11 maggio 2012

We will leave our best friends to return to our best friends.

Qualche giorno fa la mia amica Ylenia ha condiviso uno stato stupendo e allora decisi di rubarglielo. Oggi Naomi, un'altra mia amica in America, ha condiviso lo stesso stato ma interamente, non solo il pezzo che aveva condiviso Ylenia. Allora, essendo in inglese, ho deciso di tradurlo qui perche' lo ritengo un pezzo bellissimo.Se vi interessa l'originale in inglese, potete cliccare su questo link.
ps. e' una traduzione mia, moooolto libera :).

"Un anno e' passato e siamo agli sgoccioli, stiamo per ritornare in un mondo dove tutto cio'che ci circonda e' un paradosso e dove niente e' ancora lo stesso.
In un paio di settimane daremo a malincuore i nostri abbracci, combattendo le lacrime, diremo arrivederci a persone che una volta erano solo nomi su un foglio di carta per ritornare da persone che abbracciammo,cacciando via le lacrime, prima che partire.
Lasceremo i nostri migliori amici per tornare dai nostri migliori amici.
Torneremo nel posto da cui veniamo, e torneremo a fare le stesse identiche cose che abbiamo fatto la scorsa estate ed ogni estate precedente.
Ritorneremo in quella citta'con quelle strade familiari, e anche se sono passati mesi, vi sembrera'che fosse solo ieri quando l'avete lasciata.
Appena camminerai nella tua vecchia stanza, tutte le emozioni ti assaliranno e rifletterai su come la tua vita sia cambiata e sulla persona che sei diventata.
Capirai improvvisamente come le cose che erano importanti per te l'anno prima non sembrano piu' cosi' importanti, e le cose a cui tieni adesso, nessuno a casa le capira' del tutto.
Chi chiamerai prima?
Cosa farai il primo weekend a casa con i tuoi amici?
Dove andrai a lavorare?
Chi sara' al party sabato sera?
Con chi a scuola continuerai ad avere rapporti?
Quanto tempo prima che inizierai effettivamente a sentire la mancanza delle persone scomparse irrompere senza chiamare o bussare?
Allora inizierai a capire quante cose siano cambiate, ti renderai conto che la parte piu'difficile dell'essere un exchange student e' bilanciare i due mondi completamente diversi in cui adesso vivi, cercherai disperatamente sempre di avere tutto e nello stesso tempo cercherai di capire cosa bisogna lasciarsi alle spalle.
Noi sappiamo il significato della vera amicizia.
Sappiamo chi abbiamo continuato a sentire durante lo scorso anno e chi e' rimasto caro nei nostri cuori.
Abbiamo lasciato i nostri mondi per affrontare il mondo reale.
I nostri cuori sono stati infranti, ci siamo innamorati,abbiamo aiutato i nostri migliori amici a superare i disturbi alimentari, la depressione, lo stress e la morte.
Abbiamo acceso le candele nella grotta e siamo stati svegli per tutta la notte solo per parlare al telefono con un amico nel momento del bisogno.
Ci sono stati momenti in cui ci siamo sentiti cosi' indifesi lontani da casa quando sapevamo che i nostri familiari o amici avevano piu' bisogno di noi, e ci sono stati momenti in cui sappiamo di aver fatto la differenza.
Solo poche settimane da adesso e andremo.
Solo poche settimane da adesso e dovremo togliere le fotografie dal muro, e impacchettare i nostri vestiti.
Lasceremo i nostri amici le quali le occasionali emails e telefonate ci faranno ridere o piangere questa estate, e speriamo, anche negli anni a venire.
Prenderemo i nostri ricordi ed i nostri sogni e li metteremo da parte per il momento, conservandoli per il nostro ritorno in questo mondo.
Solo poche settimane da adesso e arriveremo.
Solo poche settimane da adesso e dovremo disfare le nostre valigie e cenare con le nostre famiglie.
Guideremo fino a casa del nostro migliore amico e non faremo niente per ore.
Torneremo dagli stessi amici le quali le occasionali email o telefonate ci hanno fatto ridere o piangere durante l'anno.
Spacchetteremo i vecchi sogni ed i vecchi ricordi che avevamo messo da parte l'anno prima.
In poche settimane scaveremo nel profondo per trovare la forza e la convinzione di adeguarsi al cambiamento mantenendo tutti gli altri vicini.
In qualche modo, in qualche maniera, troveremo il nostro posto in questi due mondi.
In poche settimane.
Are you ready?"
Autore anonimo.

09 maggio 2012

Otto domande sulla Cultura Cinese: Scuola e Lingua.

Da quando sono in Cina vengo "bombardata" di domande, a cui rispondo sempre con immenso piacere. Le piu' frequenti ovviamente sono "come stai?" "come ti trovi?" "come e' la Cina?" e, dulcis in fundo: "quando torni???".
Ma qualche volta la curiosita' delle persone con cui parlo si spinge oltre e mi vengono fatte domande sui Cinesi e sulla loro cultura. Il mio genere preferito di domande.Il mio blog, lo spiegai tempo fa, nasce con l'intenzione di condividere con chi ne avesse voglia, la mia esperienza. E quando mi vengono fatte domande sulla cultura che sto conoscendo, vedo quell'interesse nella mia esperienza che mi riempie di gioia.
Ho allora avuto un'idea: mettere per iscritto le risposte alle domande che potevano interessarvi di piu', in maniera tale che chiunque ne avesse voglia potesse leggerle e rileggerle, conoscendo cosi', attraverso i miei occhi, la cultura con cui mi confronto ogni giorno da nove mesi.
Non sapendo molto bene cosa potrebbe incuriosire una persona che vede tutto cio' da fuori ho sfruttato la curiosita'di Mauro, che ringrazio nuovamente per il prezioso aiuto, e gli ho chiesto di farmi qualche domanda sulla Cultura Cinese.
Mauro mi ha fatto 8 domande, ma chiunque volesse farne altre puo'mandarmi una e-mail a chiara_terrasi@yahoo.it :), anche se penso che quelle di Mauro sono davvero le piu' complete.
Essendo domande che richiedono risposte piuttosto corpose, non le postero' tutte in questo post, ma preferisco dividerle in vari post, anche per rendere piu' "piacevole" la lettura.
Prima di passare alle domande, mi scuso immensamente per tutti questi apostrofi che al posto degli accenti, e tutti questi eccessivi spazi, ma sto scrivendo da una tastiera cinese di un computer cinese dove nessuno ha avuto la geniale idea di installargli l'inglese -.-.

1)Come è strutturata l'istruzione in Cina?(anni di studio obbligatori, suddivisioni per indirizzi, sistema universitario e qualità dell'insegnamento, pregi e difetti rispetto il sistema italiano)
Allora,prima di tutto e'importante dire che i Cinesi passano tutta la loro infanzia a studiare, spendendo mediamente 10 ore al giorno a scuola, in parecchi licei gli studenti dormono a scuola, ritornando a casa soltanto nel weekend.
Iniziano la scuola elementare a 6-7 anni ( l'asilo non e' scuola dell'obbligo),che frequentano per 5 anni, proprio come in Italia. Dopo la scuola elementare anche loro hanno la scuola media della durata di tre anni e poi il liceo dove sono soltanto tre anni contro i nostri 5. Questi quindi sono gli anni di studio obbligatori. Nel mio liceo,che diciamo e'quello tipico cinese i tre anni si dividono ulteriormente: al primo anno seguono tutti le stesse materie (Cinese, Matematica, Fisica, Chimica, Biologia, Storia, Geografia, Inglese, Ed.Fisica, Psicologia, Calligrafia, Informatica, Politica, Musica, Arte). All'inizio del secondo anno devono scegliere se fare "Umanistica" o "Scienza", ovvero seguire le stesse identiche materie del primo anno, ma per umanistica vengono diminuite le ore delle materie scientifiche ed aumentate quelle di cinese e storia, e per scienza vengono diminuite tolte le ore di storia, diminuite quelle di cinese, ed aumentate tutte le ore scientifiche.
Esistono pero'licei internazionali (dove si insegna in inglese), linguistici (dove insegnano piu'di una lingua straniera) e artistici ( dove insegnano arte, danza e musica). Questi licei, soprattutto gli artistici, non sono molto diffusi, quindi non so con certezza come sono strutturati.
Le attivita' extrascolastiche del mio liceo sono principalmente competizioni: di ballo, recitazione, canto e english speech, oltre ai vari tornei sportivi (nella mia scuola, al di la' delle olimpiadi di inizio anno, si svolgono solo partite di basket al livello di torneo, tutto il resto sono allenamenti individuali).
Per passare i vari anni bisogna solo andare a scuola, i vari voti ottenuti infatti non aiutano, servono solo ad essere ammessi all'universita'. Le varie ammissioni funzionano infatti a graduatorie e punteggi. Se nei tre anni delle scuole medie hai ottenuto ottimi voti nei vari esami, il tuo punteggio sara' alto e tu sarai alto in graduatoria e sara' quindi piu' facile essere ammessi al liceo piu' prestigioso della tua citta, cosi' come al liceo, se nei tre anni di liceo hai ottenuto ottimi voti, sarai alto in graduatoria, cosa che conta parecchio per i test di ammissione universitari. Qui essere basso in graduatoria all'interno della propria scuola e' una cosa parecchio umiliante sia per lo studente che per la sua famiglia. Senza una buona posizione in graduatoria ed un buon punteggio e' quasi impossibile venire ammessi alle universita' piu' prestigiose cinesi.
E' tutta una continua competizione, fatta di graduatorie e punteggi.
Il sistema universitario non e' molto diverso dal nostro, una sola grande differenza: tutti i corsi di laurea sono triennali. Anche qui funziona a esami, facolta' e frequenza.
La qualita' dell'insegnamento e'completamente soggettiva, cambia infatti di scuola in scuola, di universita' in universita'. Le scuole piu' prestigiose hanno i docenti piu' bravi e ammettono solo gli studenti piu' bravi: non importa da dove vieni, per andare nella scuola x devi avere un punteggio minimo, se no non vieni ammesso e devi cambiare scelta di liceo.
La mia scuola e' la migliore della mia citta' ed una tra le migliori del Guangdong. Di conseguenza la qualita' dell'insegnamento e' parecchio alta.
I pregi ed i difetti della scuola cinese sono facilmente elencabili, tra i pregi al primo posto metto l'utilizzo frequente di laboratori e l'uso delle lavagne elettroniche nelle varie ore di lezione. Il docente infatti non si limita ad usare un'immensa lavagna, a parlare oralmente, ma usa anche un computer ed un proiettore di cui e' dotata ogni classe, proiettando la lezione mentre la spiega. Cosi' e' molto piu' facile non distrarsi, non perdere il filo del discorso e capire anche se non si sente bene.
Un grandissimo difetto per me e' il metodo con cui viene insegnato l'inglese. Gli studenti cinesi infatti per imparare l'inglese devono ripetere un tot di parole ogni giorno a voce alta e imparano la grammatica attraverso esempi. Risultato? Le parole ripetute con poca voglia ogni mattina alle 7.30 non se le ricordano e per comporre frasi grammaticalmente corrette usano solo gli esempi che gli vengono dati, incapaci di applicare la stessa regola anche ad altri esempi.
Dal punto di vista metodo di studio per molte materie preferisco il metodo italiano, soprattutto per l'insegnamento delle lingue straniere. Ma devo dire che quello delle lavagne elettroniche e' un gran bel pregio.

2)Lingua ufficiale e dialetti
La lingua ufficiale della Repubblica Popolare Cinese e'il mandarino parlato bene o male in tutta la Cina. Alcune province pero' oltre al mandarino hanno un loro dialetto (i principali dialetti sono 7), mentre in alcune parti e'soltanto l'accento con cui parlano il mandarino, a cambiare.
Io abito nel Guangdong, a 4 ore da Hong Kong. Il capoluogo di provincia e' Guangzhou, conosciuta da noi occidentali come Canton. In questa provincia si parla infatti il Cantonese, una lingua completamente differente dal mandarino, che, a sentire i Cantonesi, e' ben piu' antica della lingua ufficiale. Il Cantonese e' ben piu' difficile del mandarino sia per pronuncia, che per scrittura e per intonazione. Per la scrittura infatti, il YueYu (nome cinese del dialetto cantonese), usa i caratteri tradizionali: piu' articolati di quelli semplificati del mandarino. Per l'intonazione invece il YueYu conta 10 toni, contro i 4-5 del mandarino.
Essendo il mandarino la lingua prescelta dal governo, tutte le cose ufficiali sono scritte e dette in mandarino. A scuola gli insegnanti insegnano in mandarino, ad esempio. Ma nei negozi, per la strada, in famiglia, viene usato il cantonese. E' possibilissimo trovare persone nel Guangdong che non sono capaci di parlare mandarino, in quanto appartenenti alla vecchia generazione, quando nelle scuole si insegnava in cantonese ( come per dire i vecchi a Palermo che parlano solo in Siciliano). Una cinese invece che non proviene dal Guangdong e che parla mandarino, non riesce completamente a capire il cantonese. Al contrario, una persona che e' capace di parlare soltanto in cantonese, bene o male riesce a capire qualcosa di mandarino. Credo che questo sia dovuto al fatto che, come molti cantonesi ritengono, buona parte del mandarino provenga dal cantonese.
Vi consiglio comunque di dare una letturina a wikipedia su "Lingua Cinese" e "Lingua Cantonese". I due argomenti vengono spiegati piuttosto bene.


04 maggio 2012

Paura di tornare o paura del cambiamento?

Oggi ho voglia di scrivere, e allora eccomi qui, alle 23.04 di venerdì sera a scrivere qui.
Me ne andrei volentieri a letto, ma ho dannato bisogno di parlare con mia mamma e devo aspettare le 19 italiane per farlo.
E' un periodo un pò di merda, e chi c'è passato lo sa bene. Vanno arrivando le comunicazioni sul ritorno, gli orari dei voli e le info sul "Party di Addio" ed io ho quell'angoscia dentro che mi sale. E le lacrime che scendono. In più c'è quel pacco enorme, dove ci entra mia sorella senza alcuna fatica, davanti la mia camera che mi guarda ogni volta che torno da scuola come a volermi dire "Guarda che il tempo è tiranno, sta volando, e tu non puoi riempirmi e spedirmi all'ultimo minuto". Ma la mia voglia di infilarci le cose dentro e spedirlo è inesistente. Sarebbe proprio la chiusura del capitolo, che cerco di rimandare per quanto sia possibile.
La gente, i miei amici iniziano a chiedermi "Ehi ma fra poco torni!! Sei felice?". Ecco questa domanda mi mette in grande disagio, e mi metto a cercare una risposta adatta, anche se risposta adatta non c'è. Credo di averlo ripetuto fino all'esaurimento di non vedere l'ora di riabbracciare mia mamma, mio papà e tutte quelle persone che per me contano davvero. Ma non ho per niente voglia di dover salutare le persone che da nove mesi fanno parte della mia vita.
In più ultimamente sto maturando quella consapevolezza di avere paura, di essere terrorizzata dall'idea di ritornare. No, non sono folle, ma più ci penso, più mi rendo conto che è così. E i motivi sono svariati.
Uno ad esempio, che però è davvero stupido, è che qui sono una persona nuova, conosciuta solo per quello che io ho voluto far conoscere di me, e sono stimata da quasi tutta la scuola. I miei compagni di scuola amano parlare con me, cercarmi e farmi domande, e non si stancano mai di ciò. Tutte attenzioni che una volta tornata, svaniranno nel nulla.
Lo so che può sembrare un discorso di un egocentrismo unico, ma ripeto, se lo si vive si capisce.
Un altro motivo è che da quando sono qui sono spettatrice del mio cambiamento, per quanto sia davvero felice del "risultato ottenuto", questo ha un grande contro: io sono cambiata, ma anche chi è rimasto in Italia è cambiato, siamo sicuri che riuscirò ad avere un contatto con loro? O, se loro sono sempre gli stessi, la nuova me, riuscirà ad "inserirsi"?
No, forse non sono riuscita a spiegarmi bene.. Ci provo in parole povere: ho il terrore che una volta ritornata o troverò tutto cambiato, un cambiamento di cui io non sono stata partecipe e quindi non ci sarà posto per me, o non sarà cambiato un cavolo, ma essendo cambiata io le cose "come erano prima" non mi staranno bene, certi comportamenti che sopportavo a malapena prima adesso mi daranno sui nervi.
Ecco cosa intendo quando dico ho paura di tornare.
Anche perché ho visto più gente andarsene in questi mesi che in tutta la mia vita.
Basta vedere la mia bacheca su facebook, tutte quelli che consideravo amici che fino a novembre scrivevano "Mi manchi, torna" e che adesso non sento appunto da novembre. Quella bacheca che viene riempita solo dalle frasi, la maggior parte citazioni di mia sorella, che io scrivo. Adesso, tranne quei "pochi ma buoni" amici che mi sono rimasti che si contano davvero sulle dita di una mano, o forse due dai, i messaggi di stima, di farmi forza, quel calore continua ad arrivarmi sì, ma da estranei.
Quelle persone che ad agosto mi dicevano " ti starò vicino-a, ti darò forza, ci sarò sempre per te" sono sparite nel nulla. Andandosene in silenzio. Loro forse pensano che io non me ne sia accorta, ma sono cambiata sì, ma la mia memoria è rimasta sempre bella viva.
Per quanto mi possa dare dispiacere era una cosa di cui ero sicura all'inizio.
Per quanto in quel famoso schema del baule e del frigorifero "le amicizie" le avessi messe nel baule per portarle con me, o sono rimaste nel frizer, o si sono sciolte a causa dell'inquinamento.
Era una cosa con cui avevo fatto i conti fin dall'inizio, e comunque sono sicura di poter continuare a contare su quelle persone su cui non ho mai dubitato.
Ma riesco a farlo da lontano, ritornarmi e ritrovarmi faccia a faccia con ciò non è una cosa che sono sicura riuscirò ad affrontare.
Ecco perché dico "paura di tornare".
Ma..ho affrontato nove mesi in Cina, da sola, senza la mia famiglia, ritrovandomi a cominciare una nuova vita da zero..cosa vuoi che sia ritornare e trovarsi faccia a faccia con la falsità di quelli che in un tempo passato ritenevi amici?
Ce la farò. E se non ci riuscirò, ci saranno quelle persone che non mi hanno mai abbandonata, che ci sono sempre state a sostenermi, ed il mio ritorno sarà solo per loro.
Non ho bisogno di fare nomi ne ringraziamenti. Non c'è davvero bisogno. Credo che ciascuno dei miei amici sappia o meno se mi riferisco a lui o no :).
E forse sono semplici paranoie che mi faccio, ma una cosa è certa: le cose sono cambiate.