30 novembre 2011

Maledetta lingua.

Amo il basket sin da quando ero bambina e quando mi hanno proposto di giocare nella squadra della classe ero al settimo cielo. Le mie compagne erano felici che io avessi accettato, poichè essendo tra le più alte della scuola potevo essere utile.
Oggi era arrivato il grande giorno, arrivo in campo, riscaldamento, una serie di terzi tempi che vanno belli dentro, allora sono sicura di farcela. Inizia la partita, palla a due, ovviamente mi tocca saltare; davanti a me c'è una tipa che mi guarda in cagnesco.. iniziamo bene. Salto, palla nostra. La tipa continua a guardarmi in cagnesco e allora decide di marcarmi stretto, con lei altre due amiche. Così per tutta la partita. Certo, mi dovrei sentirmi importante dato che secondo i loro cervellini non bastava una a marcarmi, ma ce ne volevano tre. I miei compagni incazzatissimi protestano contro "l'arbitro", la tripla marcatura è leggermente scorretta.. Ma le cose non cambiano.
Mi ritrovo ad essere spintonata, trattenuta per il braccio e a dover interrompere il palleggio dopo poco perchè circondata.
Allora decido di difendere stretto, esattamente come fanno loro, chiudendole. Sento fischiare. "Caz** succede?". Viene "l'arbitro" da me e mi fa segno di fallo ( ringrazio il cielo che i segni sportivi siano universali). Lo guardo sbalordita, ma non posso dire altro. Tanto non capirebbe. Parliamo due lingue diverse, e a quanto ho capito, conosciamo due sport diversi. Continua la partita, non potendo portare palla perchè vengo bloccata di continuo, decido di voler soltanto concentrarmi sul recuperarla e sullo stoppare. Falli anche quelli. Inizia a salirmi la rabbia, dover accettare silenziosamente cose assurde senza poter dire niente è frustrante. Una mia compagna viene buttata a terra, ma nessuno ferma il gioco, avevamo palla noi, ma me ne frego altamente, vado da lei e cerco di aiutarla. Mentre le sanguina il braccio, le simpaticone avversarie segnano.
Questo non è il basket che conosco io. Sconfitta, fa male. Fa male non poter dire nulla, nessuno capirebbe. Fa male vedere anche i ragazzi perdere.
Fa male sentirsi chiamare "bitch" a fine partita e non poter ribadire, non capirebbero.
Iniziare a ripetere a voce alta "troi*" a quelle avversarie così scorrette non aiuta.
Loro non capiscono, per loro magari gli sto facendo dei complimenti per la vittoria ( no, non credo, le parole non saranno capite... ma se uno è incazzato nero si vede...).
Non mi sono mai sentita così frustrata dalla differenza linguistica.
Ma ricorderò per il resto della mia vita quella grandissima stronz*, e se domani la rincontro inizierò a parlare in inglese così veloce che lei non capirà, esattamente come lei ha umiliato me insultandomi in cinese.
Avevo dimenticato quanto fosse difficile accettare una sconfitta.

28 novembre 2011

Ti accorgi che tutto cambia e che tutto è importante

Quando vai via, quando lasci un determinato posto per andare in un altro, non è soltanto il posto a cambiare, ma anche tu, tu che fai quest azione, tu e i tuoi sentimenti.
Complicato? Forse un pò, allora proverò a spiegarmi meglio..
Quando sono partita sapevo che mi aspettava un mondo diverso, una città diversa, con scuola diversa, lingua diversa, gente diversa. In fondo sapevo che anche io, pian piano, sarei diventata diversa. Vivendo in un'altra realtà, diversa ( scusate, ma lo ripeterò spesso) da quella a cui ero abituata, vuoi o non vuoi, "intacca" anche te. Te e tutto quello che ti compone.
Sapevo che avrei cambiato alimentazione, abitudini e sapevo anche che avrei cambiato modo di vedere certe cose.
Ma, ingenuamente forse, non avevo mai pensato al fatto che anche i rapporti, le relazioni, le amicizie, cambiano. O forse si, ci avevo pensato, ma nel profondo del mio cuore, speravo che non accadesse.
Eppure eccomi, a scrivere messaggi d'amore a mia mamma, mio papà e i miei fratelli, le stesse persone con cui tre mesi fa litigavo giornalmente, dove ogni tanto ( avanti! Chi non l'ha mai detto??) volavano i "ti odio!" "ma perchè non vai a fanc***???? ( nella migliore delle ipotesi)" oppure a sentire moooolto raramente, o a non sentire completamente, persone che questa estate sentivo giornalmente, più di una volta al giorno e che consideravo importantissime nella mia vita.
Ma c'è anche chi c'era prima e c'è adesso, e dice che ci sarà.
C'è anche chi prima, nella mia vita, era un-una amico-a qualsiasi che però ci tiene ad esserci, a darmi il suo sostegno, con qualche messaggino che mi fa spuntare un sorriso immenso.
O qualche sconosciuto, che probabilmente continuerà ad esserlo, ma che ci tiene a farmi sapere che mi segue, che mi ammira e che mi stima.
La verità, forse, è che alle volte la distanza aiuta, ti mostra davvero chi sono le persone su cui puoi fare affidamento, che nel tuo futuro troverai. Chi non tiene conto di 7 ore di fuso-orario e chissà quanti km, ma continua a sentirti vicina, ti aggiorna sulla sua vita come se tu fossi lì, conta i giorni che vi separano e anche se le manchi terribilmente non te lo dice, perchè ti vede felice e sa che comunque tornerai.
E pochi sanno quanto sia bello sentirsi appoggiati, "ammirati", dai propri amici ma soprattutto da sconosciuti, che non ti conosco.
Ho capito una cosa: in questa esperienza tutto è importante, chi ritenevi importante e scompare, perchè ti aiuta a farti capire che sei forte e che allora ce la puoi fare senza di lui-lei; chi è il tuo migliore amico o la tua migliore amica e la tua famiglia, che ti conosce dannatamente bene e che ti da la forza di farcela; chi è un tuo compagno di avventura, che sta vivendo la stessa cosa che vivi tu, che quindi ti capisce perfettamente e sai che con lui ti puoi sempre sfogare; chi è uno sconosciuto, che di te sa soltanto ciò che legge su questo blog e che quindi è l'unica cosa che può giudicare, rendendolo così un giudice imparziale, che si basa solo sui fatti.
Ed io faccio tesoro di ognuna di queste cose, e ringrazio ancora una volta, perchè più di ringraziare non posso fare.
Ma giuro, se potessi fare altro, lo farei.
La mia esperienza non sarebbe la stessa senza ognuna di queste piccole cose.

27 novembre 2011

Cadendo nei ricordi

Domenica, una domenica, stranamente, bella.
Fare shopping è una cosa che da sempre mi rende al settimo cielo, poi comprare libri stupendi, che volevo leggere da un pò, a pochissimo, è il top.
Ho appena finito di leggere il post di mio fratello sul suo blog, e sono scoppiata a piangere. Mi manca terribilmente, e questa è una cosa che non potrò mai nascondere. Sono passati però 3 mesi e poco più, ed io ricordo come se fosse ieri la mattina in cui ci siamo salutati. Non piansi minimamente. Mi dovetti "svegliare" alle 4.30 ( dopo essere andata a letto alle 3) e lui, anche se partiva molto più tardi, si sveglio alle 5 solo per salutarmi. Mi abbracciò e ci siamo detti a vicenda: "mi raccomando". Onestamente, non ricordo cosa gli raccomandai, ma un "mi raccomando" ci sta sempre. Ricordo bene che mi misi in punta di piedi per abbracciare il mio fratellino, e che da quell'abbraccio, a differenza di quello con Andrea, volevo cercare di uscirne il più velocemente possibile. Rapido ed indolore, ripetevo nel mio cervellino. Qualche mio amico infatti, poi in aereoporto, mi chiese come andò il fatidico saluto, "Rapido ed indolore" risposi sempre io. Tre mesi dopo non so se sia stato meglio così o no, forse rimpiango un pò di non essermi goduta più a lungo quell'abbraccio che tanto mi manca, ma credo che alla fine abbia fatto bene.. Partire con le lacrime agli occhi significava partire con il piede sbagliato. La settimana prima di partire è sicuramente una settimana che ricorderò per il resto della mia vita come una delle più belle. Passata a girare liberamente Roma con il mio fratellino e la mia famiglia, a litigare con mio padre e poi ad abbracciarci forte forte, a sentirmi chiedere da lui se avessi paura, a sentirmi dire dal mio papà che gli mancherò, a vedere la mia mamma sorridermi e mio fratello Ennio tenere il broncio perchè le attenzioni erano rivolte a noi due e non a lui ( e io fossi stata in lui avrei fatto di peggio). La nostalgia è una cosa che non smette di esistere nella mia vita cinese, anzi, avvicinandomi a Natale sembra proprio andare ad aumentare, non sarà davvero natale senza la mia famiglia, senza regali, senza albero e senza pandoro. Ma sarà sempre Natale, e come dice la mia host mom: "Almeno quest anno, sarà un natale diverso".

Mi manchi, come se mancasse una parte di me.

25 novembre 2011

Sentirsi parte di qualcosa, essere parte di qualcosa è un piccolo passo verso la felicità.

Oggi mi sono svegliata dannatamente presto e sono arrivata a scuola appena in tempo per l'inizio delle Olimpiadi scolastiche. Indescrivibili. Tutti i 6.500 studenti della mia scuola riversati nello stadio della scuola, chi per gareggiare, chi per esibirsi in balli-performance, chi per tifare, chi perchè era obbligato a stare lì. Oggi, mi sono sentita realmente parte di un qualcosa, quel qualcosa è la mia classe "Gao yi, ban san". Camminare per tutto il campo con i miei compagni, divertirci a fare foto stupide, a giocare a basket mentre aspettavamo tra una gara e l'altra, a parlottare in due lingue diverse, o anche senza parlare, ma scherzare, ridere, gioire, insieme. Le mie compagne mi hanno abbracciata per tutto il tempo, si sono divertite a scattare foto con la mia fotocamera quando qualcuno mai visto prima veniva e mi chiedeva di fare una foto con lui. Hanno riso a crepapelle quando le autoparlanti continuavano a ripetere il mio nome dicendo che "c'è un'italiana tra noi", allo stesso modo mi hanno consolata quando la nostalgia è venuta fuori. Perchè si, stavo bene, sto bene, ero e sono felice, ma vedere tutto quello spirito di squadra, di scuola, mi ha tanto ricordato la mia classe e la mia di scuola, che manca infinitamente. Ogni mio compagno-a mi chiama in un modo diverso, fino adesso i più fantasiosi sono Chelolo e Chair (si, letto proprio "ceir= sedia"), della serie...come storpiare il nome Chiara. Ma ormai quando lo storpiano non li correggo più, non mi arrabbio più. Oggi mi è sembrato proprio che abbiano capito di cosa io abbia bisogno: tanto affetto e tanti amici.. perchè i miei sono piuttosto lontani. Loro, ed io con loro, siamo al settimo cielo per la partita di mercoledì.. Se vinciamo, si passa al prossimo turno.. Quindi, incrocerò tutte le dita che posseggo :D. Perchè questa vittoria, loro se la meritano tantissimo <3.
Adesso vado a rimuovere la miriade di caratteri scritti sulle braccia stamattina per tifare e come segno di riconoscimento. Sulla mia faccia c'è stampato un tre, tre come classe tre!
Ps. 2 C, mi manchi ogni giorno <3 e ti porto sempre nel cuore, giuro.

20 novembre 2011

Tutto ciò che si aspetta lungamente, alla fine, se arriva, arriva sempre inaspettatamente. cit. Giovanni Soriano

Pomeriggio spompo di domenica, come fanno gli altri a stare su? Quando qui manchi tu..
Il sole sta tramontando in questo momento, io come ogni domenica pomeriggio sono sola a casa e per non annoiarmi faccio i compiti.
Io che faccio i compiti di mia spontanea volontà è proprio una grande novità..
Ma ci sono novità giornalmente, piccole o grandi che siano. La prossima settimana poi sarà piena di novità. La più grande e bella è che la mia dolce sorellina inizierà a tornare a casa ogni giorno dopo scuola con me e a ritornare a scuola la mattina con me..
Così, non sarò più sola :'), studieremo insieme, ceneremo insieme e poi andremo a letto. La mattina non mi toccherà fare colazione da sola, prendere l'autobus per andare a scuola da sola.. Quanto diamine ho aspettato per ciò non è spiegabile. Ma aver aspettato sta dando i suoi frutti. Credo davvero di stare diventando una persona con molta pazienza. Buffo, io che di pazienza in Italia ne avevo molta poca..
Io che odiavo aspettare, diventavo quasi isterica e piena di ansia quando dovevo aspettare, pretendevo tutto e subito.
Ma quando non hai scelta, o aspetti o aspetti, non c'è che altro fare, impari ad avere pazienza ed ad aspettare, e quando arrivi finalmente ad ottenere quello per cui hai tanto aspettato, quella cosa ha un sapore diverso, ha sapore di conquista e divento felicissima perchè mi rendo conto che è valsa la pena di saper aspettare. :)

19 novembre 2011

Chiacchere e novità senza un filo logico :D

Fuori c'è un sole splendido, io sono in canottierina e jeans leggeri ed è metà novembre.
Mi viene un pò da ridere se penso che ci sono 28 gradi..a Novembre. Aspetto con ansia l'inverno, ma tanto sono abituata ad aspettare, qui non faccio altro.
Sono passati tre mesi, ed è arrivata la terza crisi ( che coincidenza :O) ma fortunatamente, si spera, dopo una notte di pianti..sembra essere passata. Questa mattina mi sono svegliata con un sorriso sulle labra, mia sorella viene e mi dice: "Usciamo? :D".. Oh si se usciamo! Anche se sono accorto di denari, questo pomeriggio si esce :D. Ho passato la mattina a suonare la chitarra.. con quattro chitarre in casa ho chiesto a mia sorella di darmene una ( favolosa) e di insegnarmi..quindi, da oggi, ogni weekend, prenderò lezioni di chitarra :D, so già fare la scala e mi sento fighissima xD. Almeno tornerò in Italia parlando altre due lingue e suonando due strumenti...meglio di così? ;).
Ho così tanta voglia di scoprire, imparare e così tanti sogni...che solo l'idea che possano essere infranti mi fa piangere dal nervoso. Ma ho deciso di essere fiduciosa, che abbattersi serve a ben poco... e poi sono da sempre una combattente e non mi arrendo facilmente!
Poi devo dire che svegliarsi, indossare i jeans che ti sono sempre stati a pennello e ultimamente "giusti giusti" e vedere che ti stanno larghi..beh..so soddisfazioni! :D.
Non credo di aver altro da dire...ogni tanto post cretini, senza filo logico, in un blog, ci vogliono! ahahahah. Vi lascio con una foto appena scattata insieme alla mia nuova amica ;).
XOXO (ultimamente sono fissata con Gossip Girl! ahahahahaha).

14 novembre 2011

Avere due famiglie, avere due case, avere un solo cuore ed amare entrambe.

Ieri ho detto alla mia host mom di avere mal di testa da tre giorni, detto fatto che stamattina mi porta dallo zio-dottore. Bene. Ho la febbre. E allora la mia nonnina, donna con cui non ho mai parlato poichè non parla nè inglese nè mandarino, mi ha preparato una zuppa, la miglior zuppa che abbia mai mangiato, e mi ha fatto trovare il mio pane preferito. Io amo questa donna. Mi stupisce ogni giorno di più. Non siamo mai andate oltre il "Hi" "Byebye" "Xiexie" eppure ogni volta che sa che andrò a mangiare da lei mi fa trovare il pollo cucinato come piace a me, da quando ha scoperto che tipo di pane amo mangiare la mattina, fa di tutto per farmelo trovare a tavola..nonostante abiti a 20 minuti da casa mia ( non chiedetemi come faccia perchè non lo so ). Insomma, diciamo che non credo nelle reincarnazioni..ma lei mi sembra la fotocopia della mia dolce nonna che non c'è più. Una nonna che mi vizia in tutto e per tutto e che fa tutto per me, per farmi sentire a casa, senza che io sia realmente sua nipote. Amo ciò. Amo tutta la mia intera famiglia cinese, non solo la mia host mom, il mio host dad, la mia host sister..ma anche tutti gli altri, zii, cugini, sorelle, nipoti ( le famiglie cinesi sono moooooolto allargate). Amo quelle cene dove li incontro tutti e mi fanno tutti una marea di festa. Amo quando la mia piccola cuginetta mi guarda e sorride e vuole venire in braccio a me. Amo quando mio zio cerca di insegnare alla cuginetta a chiamarmi "Jiejie (sorella maggiore)" o "Xing ( mio nome cinese)". Amo quando al ristorante tutti si preoccupano perchè io non veda le teste degli animali serviti in tavola. Amo quando mio padre mi riempie il piatto della pietanza che capisce che ho apprezzato. Amo quando mia sorella mi abbraccia all'improvviso. Amo quando i miei genitori mi presentano come la loro figlia maggiore. Questa è la parte che amo di più dell'esperienza: una famiglia che non ti conosce, che ti vede per la prima volta, che non sa niente di te ma che ti apre la porta di casa, che ti accetta nella sua famiglia come una figlia vera e propria e che fa di tutto, assolutamente di tutto, perchè tu ti senta a tuo agio, perchè tu ti senta a casa. Questa è Intercultura. Ed io adesso, ho due splendide famiglie che mi amano, mi coccolano e mi supportano.

13 novembre 2011

Crescerai, arriverai.. Crescerai, imparerai.

Durante l'orientamento di Intercultura ti parlano anche di "affaticamento culturale" quando ovvero, il tuo cervello sarà sfinito per tutte le informazioni che starà prendendo e i cambiamenti che starà subendo. Okay, quando l'ho sentito, devo dire che pensavo fosse una presa per i fondelli.. Andiamo, affaticamento culturale? Mi faceva ridere solo il nome.
Beh, il mio continuo dover dormire, perchè sono sempre stanca, nonostante dorma circa 10 ore al giorno, contro le 6 quando ero in Italia che mi permettevano di stare perfettamente tutto il giorno; i miei continui mal di testa, feroci, che non se ne vanno nemmeno quando dormo; giramenti di testa, sensi di vomito e via dicendo.. Cose che per fortuna capitano non sempre, ma che sono quelle parti delle giornata che odio. Perchè per tutto il resto è una favola. Beh, forse le 50 ore di scuola alla settimana, dopo un pò danno le conseguenze. O forse è proprio vero: è un'esperienza che non tutti possono fare.. Gli sbalzi di umore, l'affaticamento culturale, la nostalgia, sono cose che gente forte può affrontare. E allora quelle volte mi chiedo.. ma io sono abbastanza forte?
La risposta arriva alle volte poco dopo, alle volte qualche giorno dopo, quando mi riprendo da tutto, e continuo a sognare. Sognare quello che vorrei fare tra qualche anno, o anche solo tra qualche mese. In Italia piangevo per un'emicrania o per un mal di pancia, non avevo idea di cosa fosse la nostalgia..per quanto riguarda gli sbalzi di umore, non erano così frequenti, ma ci sono sempre stati. Sono schizzofrenica dalla nascita :D. Ma lì, quando ricomincio a sognare -stavo per scrivere l'esperienza, la mia avventura, ma affaticamento culturale, sbalzi di umore e nostalgia, ne fanno parte in pieno, e la mia esperienza non smette di essere tale quando queste cose arrivano- mi rendo conto che non sono mai stata davvero così forte, così tanto da riuscire ad affrontare ogni singolo problema senza abbattermi, con un sorriso in faccia. Così tanto da non aver paura di fare progetti per il futuro: adesso so di cosa ho bisogno per realizzarli e di come arrivarci. L'avrò già detto in qualche altro post, ma sono orgogliosa di me quando sono passati tre mesi da quando ho lasciato Palermo e non piango più per la nostalgia; quando riesco a leggere delle frasette in cinese; quando comunico cosa voglio, come sto, chi sono, in cinese; quando vedo nel mio futuro con certezza e chiarezza.. ma soprattutto quando consapevole guardo al fatto che mancano 7 mesi, che avrò altre crisi, ma che saprò come affrontarle. Non sono più la Chiara di una volta che quando accadeva qualcosa, si chiudeva in camera, si abbatteva e piangeva per giorni. Adesso cerco una soluzione, affronto i problemi di petto e vado avanti, senza esitare. Non ho tempo per fermarmi e stare male, voglio vivere ogni minuto di questa vita. Crescere, starò crescendo? Se così fosse, niente è così bello.

10 novembre 2011

Inverno e nostalgia

C'è freddo. Sta finalmente arrivando il tanto atteso inverno, mia sorella dice che mancano ancora un pò di giorni, ma sta arrivando. Tanto atteso? Certo, quando ti ritrovi ancora a Novembre con 30 gradi..inizi ad esultare quando pian piano vanno verso i 24, poi verso i 20, i 16. Per adesso siamo fermi a 16. Ed io sento freddo. Ma non è un problema, ho sempre amato l'inverno, le cioccolate calde, il thè, il natale. Ah si, vero il Natale. Ho l'impressione che però in questo inverno cinese che mi preparo ad affrontare dovrò accontentarmi del thè. Il resto manca.. I cinesi non amano il cioccolato, quindi cioccolate calde stile ciobar, sono introvabili e il Natale...beh, non esiste. Ho chiesto se è possibile trovare un albero, piccolo, finto, non mi importa, è perchè non ho mai passato il Natale senza albero. Non ho mai passato il Natale senza i miei genitori.. Già. Ma non è una novità. Si sapeva che sarei andata incontro anche a questo, anche questo, passare per una volta un Natale diverso completamente diverso dal solito, fa parte dell'esperienza. Fa parte della crescita. Non mi scambierò dei regali sotto un albero, magari non ne riceverò nemmeno regali, ma il regalo più grande che i miei genitori, Italiani e Cinesi, potessero farmi, lo vivo ogni giorno. Sto vivendo un'opportunità meravigliosa, che vale tutti i Natali di questo pianeta ( si va bene, adesso non esageriamo.. io amo il Natale!), posso fare anche questo di sacrificio :). E alla fine di tutto, una volta tornata a casa, mi sarò fatta il regalo più bello di tutti: avercela fatta, essere soddisfatta e orgogliosa di me stessa e avere imparato davvero tanto dalla vita. :). Nel frattempo ho ancora un mese e mezzo per cercare un alberello ;).
Chiara

06 novembre 2011

è tempo per me, ho cambiato rotta, la strada non è molto diritta, ma io ho un motivo per farcela.

"Strade troppo strette e diritte
per chi vuol cambiar rotta oppure sdraiarsi un pò
che andare va bene, però a volte serve un motivo, un motivo
certi giorni ci chiediamo:"è tutto qui?"
E la risposta è sempre sì" 

E no, stavolta Liga ti sbagli.. Il fatto che fosse "tutto qui" lo pensavo in Italia, e adesso posso confermare che mi sbagliavo alla grande. Non è tutto qui. Ma la mia domanda frequente è "qual'è il motivo per andare?" "perchè ho lasciato casa, per così tanto tempo?". E il bello è che ero perfettamente lucida quando ho scelto di farlo.. Ma guardo mia sorella che mi sorride, mia mamma cinese che vuole preparare il mantou ( mia pietanza preferita) insieme a me, mio papà cinese che scende a comprarmi le medicine per curarmi l'intossicazione alimentare, e trovo la risposta. Avevo voglia di scoprire un altro mondo, stravolgere la mia vita. Mi lamentavo sempre che avevo bisogno di qualche cambiamento, di trovare me stessa, perchè no, non sapevo davvero chi fossi. Pensavo di continuo che "non fosse tempo per me", la mia voglia di studiare si andava affievolendo pian piano, dovevo cambiare qualcosa e soprattutto capire cosa volessi fare nel mio futuro. Adesso ho trovato tutto. Ho capito chi sono, mi scopro pian piano ogni giorno ed oltre a scoprire me scopro anche un altro mondo. Scopro che conoscevo davvero pochissimo, che tutto quello che conoscevo non era per niente tutto. Non so se riesco a spiegarmi..ma ci sto provando. Da quando sono arrivata qui mi si sta aprendo pian piano un mondo nuovo, mi sembra quasi di essere rinata, di ripartire da zero. Lingua nuova, cibo nuovo, scuola nuova, città nuova, famiglia nuova, tutto nuovo.. Mi sembra di essere una bambina che è nata quando è arrivata qui, come ogni bambina appena nata per il primo mese ha pianto a dirotto e mangiava e dormiva soltanto, poi pian piano ha iniziato a gattonare, ad avere nuovi amici, poi a fare i primi passi, a parlare e ad andare a scuola.. e alla fine sarò, mi auguro, una piccola donna determinata, sicura di chi è e sicura di quello che vuole nella vita. Perchè è tempo per me, ho cambiato rotta, la strada non è molto diritta, ma io ho un motivo per farcela.

05 novembre 2011

Prendiamola con Filosofia!

Le settimane passano velocemente, ma i weekend no. Sono lunghi e da un pò di tempo a questa parte anche noiosi. Mi sa che da oggi dovrò dire addio alle uscite di sabato pomeriggio ( le uniche fino ad ora possibili) con mia sorella perchè lei dovrà studiare matematica... Quindi se vorrò uscire d'ora in poi dovrò trovare qualcun altro che voglia uscire. Bella scocciatura. Mia sorella ovviamente è furiosa. E' da ieri sera che tiene il broncio e che urla e litiga con i genitori.. Ed io non so che fare. Quando litigano lo fanno in Cantonese e non capisco un cacchio, in più mi pare davvero poco oppurtuno chiederle: "Scusa, ma che hai detto?" "e mamma che ha detto?".. Quindi posso solo assistere in silenzio e vederla andare in camera sua e sbattere la porta...dopo qualche minuto venire da me e sentirle dire: "Chiara, non è giusto, io non voglio studiare 24h su 24, 7 giorni su 7". E pure non ha che fare. I genitori hanno deciso così, e lei dovrà fare così. Il 90 % degli adolescenti cinesi sono dei veri e propri soldatini al servizio dei genitori, obbediscono in tutto e per tutto ad essi. E guarda caso il comando comune qui in Cina è "Studia!"..quindi non hanno tempo per uscire, e studiano. Per mia grande (s)fortuna è l'unica tipologia di ragazzini che conosco, perchè il restante 10 % degli adolescenti, quelli che sono i così detti "ribelli", non frequentano la mia scuola ne i miei ambienti, ergo non ho come stringere amicizia con loro.
E quindi che farò? Studierò anche io..tanto è anche per questo che ho scelto la Cina: Studiare. La mia vita sociale, lo spasso, il divertimento, li ritroverò tra qualche mesetto.. E poi più presto imparo la lingua, più posso farmi nuovi amicizi ;). Ma in ogni caso dedicare i restanti 7 mesi allo studio non può che farmi bene.. Spasso, divertimento e vita sociale li ritrovo appena torno, in grandi dosi :D. Più studio qui, più vita sociale questa estate! Basta prenderla con Filosofia :D.
Chiara

03 novembre 2011

Il ricordo è un poco di eternità. cit.Antonio Porchia

Sapevo benissimo che ne sarebbe arrivata un'altra, come sapevo anche, ormai, come affrontarla e ieri ho avuto la seconda grande crisi da quando ho lasciato casa...per scatenarla mi è bastato vedere la mia stanza in webcam. La mia stanza con le mie cose, il mio casco sul puff, il mio stereo, la mia scrivania, il mio armadio...il miliardo di fotografie che tapezzano quelle quattro pareti e che raccontano la mia vita. Non avrei mai immaginato di poter sentire la mancanza della mia camera, degli oggetti contenuti in essa...andiamo sono solo oggetti! E invece no, quelle quattro mura sono state la mia tana per sedici anni, è stato il mio "mondo" fin dalla mia infanzia, tutto quello che essa contiene è un pezzo della mia vita, un semplice oggetto che stimola un ricordo...il biglietto del concerto di Liga, la scritta "Chiara" nella parete fatta da mia mamma, il poster dei Rio disegnato da me e autografato da Fabio Mora e Marco Ligabue quella volta in cui io e Chia abbiamo supplicato Ennio di accompagnarci al centro Olimpo per farlo autografare, la corona del burger king di quella volta in cui io e Dà, una settimana dopo l'apertura siamo andati a provarlo ( Cristo quanto mi manchi Burger King!)..e potrei continuare all'infinito, per infinite pagine, perchè la mia camera è come se fosse il forziere che contiene tutto ciò che mi ha accompagnato nella mia crescita ed io l'ho lasciata... Non avevo mai visto prima la mia camera come il mio nido, non avevo mai considerato tutti gli oggetti che essa contiene così importanti, ero abituata a darli per scontati. Ma adesso hanno un valore: sono parte del mio nido ed io sono lontana.
Allora capisco che Intercultura vuol dire anche questo: imparare che gli oggetti sono cose materiali, che i veri ricordi li porti nel cuore e che crescere vuol dire anche saper fare a meno degli oggetti, non aggrapparsi ad essi, ma a se stessi. Certo, l'idea di non poter scegliere tra le miriadi di magliettine che ho nel mio armadio, ma dover scegliere sempre tra le solite 6 mi mette tristezza, l'idea di non avere tutti i miei cd, tutti i miei libri, i miei gioielli, i miei trucchi e via dicendo, sempre a disposizione, mi infastidisce..Ma portarseli qui sarebbe stato impossibile..tanto alla fine, quello che ritengo davvero importante è qui con me. E poi sette mesi e qualche giorno ed io tornerò dalla mia camera, dalle mie cose...mentre tutto questo non lo vivrò più, tutta questa esperienza è adesso, e il tempo vola, non mi posso permettere di perderlo nell'essere triste, non tornerà più indietro. La cosa bella degli oggetti è che loro, almeno loro, possono aspettare, non cambiano, al massimo si impolverano.. Ma sarà un piacere rispolverarli al ritorno, mi terrà impegnata nel non sentire la mancanza di quello che lascerò qui.