13 luglio 2012

Arrivederci.

L'ultimo post scritto risale ad un mese fa.. ed è anche l'ultimo post scritto in Cina. Giuro, ho cercato in tutti i modi di sedermi e mettermi a scrivere, ma quando non c'è voglia è inutile forzarsi e volersi mettere a scrivere. Adesso ho voglia e sono qui, seduta  davanti la mia scrivania italiana a scrivere un post da Palermo. E se ci penso inizia a divorarmi il vuoto.
Mentre ero in Cina ero convinta che avrei voluto continuare a scrivere sul blog anche una volta tornata a casa.. Ma invece, la voglia, eccetto oggi che sto scrivendo questo post, manca del tutto. Cosa dovrei scrivervi d'altronde? "Sono tornataaa"? No. Tutta questa euforia non c'è. Per tre settimane dopo il mio ritorno alla domanda "com'è andato il rientro?" rispondevo con due semplici parole: "un trauma". E così è stato. Un vero e proprio trauma che non immaginavo per niente.
Ovviamente un trauma con i suoi lati positivi, certo, rivedere tutte le persone a me care è stata un'emozione che non riuscirei mai e poi mai a descrivere, ma mi sono sentita una straniera nella mia città natale. Una turista. Una disadattata. E' assurdo quante cose cambino in dieci mesi, ed io devo avere a che fare con tutti questi cambiamenti. Se poi ci si aggiunge che sono anche io cambiata, abbiamo fatto tombola.
La gente mi dice "dai raccontami com'è andata in Cina!" "dimmi qualcosa in cinese!" ed io lì rimango imbambolata. Non posso raccontarti una vita (perché non è semplicemente un anno di vita ma è una vita in un anno) in una parola, in una frase, in uno scambio di saluti. Avrei bisogno di almeno un anno intero per poter raccontare quella vita intera, quella vita che non vivo più quotidianamente, che adesso fa solo parte di me.
Inizialmente era proprio strano, mi sembrava di essermi risvegliata da un lungo sonno dove tutto era stato semplicemente un sogno. Mi sembrava di essermi risvegliata da un lungo coma dove la parola coma veniva sostituita da Cina. Tutto così surreale, tutto così difficile da toccare con mano, adesso che ne sono lontana. Non so, non riesco a spiegarmi bene, ma era e ogni tanto continua ad essere una sensazione stranissima.
Giornalmente racconto alla mia mamma "Cathleen avrebbe detto questo" "Nainai avrebbe  cucinato questo" ecc. Rivivo la mia quotidianità cinese solo attraverso i paragoni, i racconti che riesco a fare/raccontare a chi vive ogni giorno con me. Quando qualcuno incontrato per caso mi chiede come sia andata, non riesco ad andare oltre ad un "Bene, un'esperienza fantastica che rifarei altre mille volte", ma non per timidezza, le parole mi si bloccano in gola e ad un tratto non riesco più a dire ciò che vorrei dire.
Giornalmente ho nostalgia, mi mancano i pranzi della Nainai, mia sorella che gironzola per casa e ride, ride come una pazza quando dico una scemenza, la sua risata! Mi manca il mio Baba con il suo sorriso genuino imbarazzato quando non capiva un tubo di inglese, la mia cuginetta Lin con i suoi occhioni grandi grandi che sembravano quelli del gatto di Shrek. I miei amici e i pranzi a scuola. Nostalgia, giornalmente e non c'è una cura. Quando avevo nostalgia dell'Italia bastava guardare quanti giorni mancassero per placarla, ma per la Cina no. Devo tenermela, non ho che fare, è una nostalgia che non so quando potrò placare. Non c'è un giorno, una data o un chissà che cosa che mi dica "tra n. giorni tornerai a rivivere tutto ciò". No. Posso solo sniffare i vestiti che fanno odore di detersivo cinese, sfogliare i libri di scuola, chattare con i miei compagni cinesi, guardarmi dentro e guardare quei ricordi che custodisco.
Un'esperienza che ti cambia, assolutamente, che rifarei altre mille volte. Ma una nostalgia continua, una continua terza guerra mondiale con cui convivo, che si affievolisce di settimana in settimana..ma continuerà ad esserci persempre. 
E adesso devo mettere da parte il mio blog, almeno fino a settembre.
Adesso mi tocca studiare dieci materie come se per dieci mesi non abbia studiato.
C'è chi pensa questo ma non m'importa più, sono stanca di arrabbiarmi e avvilirmi, non serve a niente. Ho la consapevolezza e sono orgogliosa di ciò, di essermi spaccata il c*** per dieci mesi in una scuola cinese e di esserne uscita, sana e salva e con ottimi voti.
Voti che saranno solo soddisfazione personale, che forse in un futuro serviranno, ma che oggi sono solo e soltanto una mia soddisfazione, un mio punto di orgoglio, una spinta in più per quando credo di perdere la forza, di non farcela più.
E quindi questo, spero, sia solo un arrivederci.

14 giugno 2012

Tutto cambiera', ancora una volta.

Sono seduta qui,su questa sedia in questo ufficio dove ho passato le mie ore libere in questa scuola. Oggi e' l'ultima volta che li vedo, che vedo coloro che per dieci mesi sono stati i miei amici piu' cari. Ho passato l'ora di pranzo a guardarli in faccia, a guardare i loro volti e a cercare di imprimere nella mia mente ogni singolo dettaglio. Ho mangiato il mio pranzo e poi ho letto il quaderno pieno di dediche che mi hanno regalato. Ad ogni pagina un pianto, lacrime che non riuscivo piu' a trattenere. Ognuno di loro ha scritto come ci siamo conosciuti, cosa e' successo la prima volta che ci siamo visti e i momenti passati insieme e rispolverare quei ricordi mi ha fatto iniziare a pensare che e' impossibile che io lasci qui. Mia zia ieri mi ha supplicata di dirle che tra un anno tornero' perche' non aveva intenzione di salutarmi, voleva per forza dirmi "a tra un anno"... Mia sorella non riesce a starmi vicina, dice che se mi vede piangere si mette a piangere anche lei. Adesso sono qui, che aspetto, che le ore passino per raggiungerli all'uscita ( non ho piu' la divisa e vestita cosi' non posso stare in classe). All'uscita mi tocchera' guardarli e salutarli, uno per uno, non potro' piu' rimandare come ho fatto lunedi', il tempo e' finito ed oggi mi tocca farlo. Qualcuno di loro, gli amici piu' cari e piu' stretti forse in futuro li rivedro', ma altri..altri il mio cuore sa che no, oggi e' l'ultima volta. Ai miei piu' cari amici cinesi mi tocchera' dire un arrivederci e rispondere ai loro "quando tornerai?" con un "non lo so. ma tornero'". A loro non posso dare le certezze che ho dato ai miei cari amici italiani prima di partire.
Essere un'exchange student fa anche male, ma se tornassi indietro lo rifarei altre 1000 volte e scegliere sempre Cina.
Dopo domani saro' a Pechino e li' con altre lacrime agli occhi dovro' salutare coloro che sono stati i miei compagni di avventura e che saranno compagni di vita. Loro in qualsiasi momento riusciranno a capirmi, e' con loro che ho vissuto tutto cio'.
Dopo domani saro' a Pechino e mi tocchera' salutare questo paese che mi ha accolta per dieci mesi.
Dopo di che dopo dopo domani saro' in Italia, saro' a Palermo, saro' a casa. Anche se non riesco a dire pienamente a "casa" perche' per questi dieci mesi sono anche stata a "casa"...Posso dire che tornero' dalle persone che mi hanno amata fin dall'inizio della mia esistenza e che hanno permesso tutto cio'.
Dopo di che niente piu' caratteri ovunque che mi divertivo a tradurre ma solo scritte in una lingua che ben conosco.
Niente piu' riso ogni giorno, ma solo qualche volte.
Niente piu' bacchette, ma forchetta e coltello.
Niente piu' wc alla turca, ma un comodo water.
Nessuna fila alla mensa, ma il pranzo cucinato dalla mamma.
La mia stanza non si affaccera' piu' sul lago di Zhaoqing, ma sulle strade di Palermo.
Le mie cene non saranno piu' solitarie, ma in famiglia.
La domenica a pranzo sara' mamma a cucinare, non piu' la mia nainai.
Non potro' piu' fare commenti in italiano, ma dovro' farli in cinese per non farmi capire.
Tutto cambiera', ancora una volta.
E a me non resta che stare a guardare come cambiera' e cosa accadra'.
C'e' chi mi chiede se sia pronta..beh, lasciatemi rispondere cosi':
Sono pronta a tornare ad avere una vita in Italia. Una vita in Italia per un'italiana non puo' essere di certo piu' difficile da gestire di una vita in Cina per un'italiana.
Non sono pronta a lasciare la mia vita in Cina, che ho costruito con tanta fatica e sacrificio ma mi tocca farlo.. almeno mi aiutera' a perfezionare e rendere al meglio la mia vita in Italia.
Ci vediamo domenica..
星期天我回意大利。

06 giugno 2012

Cosa vuoi che sia?

All'inizio quando guardavo il tempo passare non mi capacitavo di essere in Cina, lontana da tutto e tutti. Adesso invece non mi capacito del ritorno. Mancano solo undici giorni.
Mi volto indietro e guardo il tempo passato, è arrivato giugno davvero senza che me ne accorgessi.
Inizialmente era piacevole guardare il tempo passare e accorciarsi "Manca poco e abbraccio Papà e Mamma" mi ripetevo. Adesso fa male vedere che i giorni rimasti sono davvero così pochi. Ho quella fitta dentro che non mi fa parlare, la stessa fitta che mi angosciava agli inizi perché mi mancava casa.
Fa male vedere che sono solo undici giorni e che ho ancora così tanto da fare.
Ho così tanto da fare che mi chiedo da sola come sia possibile. Ho avuto dieci mesi e non mi sono bastati? Possibilmente non mi sarebbe bastata una vita intera per tutte queste emozioni ed io mi sono dovuta far bastare dieci miseri mesi. Dieci mesi non sono niente ed invece sembravano così tanto. Sembravano impossibili. E invece.. Ma è presto per cantar "vittoria" mi dicono. Mancano ancora undici giorni. "Ma cantar vittoria per cosa?" Mi chiedo giornalmente, mentre mi volto indietro e guardo. Guardo la mia cuginetta mentre la stringo tra le braccia dirmi "I loiv iu". Lei è l'unica prova tangibile del tempo che è passato.. Quando sono arrivata non parlava ne camminava.. adesso è pronta per la grande maratona e non fa altro che chiacchierare. Lei è il mio indice del tempo che è passato e che ahimè non tornerà più.
In questo preciso instante giuro che sto provando con tutta me stessa a far volare la mente al 18 giugno ma non ci riesco. Cosa dovrei immaginarmi? Io non ho la più pallida idea del come sarà la mia vita dopo. Io riesco solo ad immaginare come sarà la mia vita tra due giorni, in Cina. Anche tra un mese, ma solo se sarà qui. Ma non sarà qui, sarà altrove, in quel posto che fino a dieci mesi fa era l'unica casa.
Come sarà il ritorno? Prima riuscivo a sognarlo la notte, in quei momenti in cui casa mancava così tanto.. adesso non ci riesco più. Sento solo una terribile ansia con angoscia che mi assale. Mi chiedo se sarò pronta. Poi guardo ciò che ho vissuto, guardo tutte le prove affrontate e vinte, tutte le emozioni e le esperienze vissute. C'mon, ho vissuto per dieci mesi in un paese dove nemmeno il wc di casa era uguale, ho imparato così tante cose di cui non sapevo l'esistenza, ho risolto svariati problemi contando solo su me stessa e dulcis in fundo, ho imparato una nuova lingua.
Cosa vuoi che sia ritornare in un posto dove ho vissuto per sedici anni? Dove molte cose saranno nuove ma assomiglieranno a quelle passate? Dove non ci sarà più alcun problema con la lingua.. se non verrò capita sarà per altro?
Già... cosa vuoi che sia?
Posso farcela e ce la farò, ho una marcia in più: niente più amicizie false intorno a me.
Solo e soltanto veri amici. Pronti a riabbracciarmi.
Tengo botta e Italia.. ci vediamo la prossima settimana.

11 maggio 2012

We will leave our best friends to return to our best friends.

Qualche giorno fa la mia amica Ylenia ha condiviso uno stato stupendo e allora decisi di rubarglielo. Oggi Naomi, un'altra mia amica in America, ha condiviso lo stesso stato ma interamente, non solo il pezzo che aveva condiviso Ylenia. Allora, essendo in inglese, ho deciso di tradurlo qui perche' lo ritengo un pezzo bellissimo.Se vi interessa l'originale in inglese, potete cliccare su questo link.
ps. e' una traduzione mia, moooolto libera :).

"Un anno e' passato e siamo agli sgoccioli, stiamo per ritornare in un mondo dove tutto cio'che ci circonda e' un paradosso e dove niente e' ancora lo stesso.
In un paio di settimane daremo a malincuore i nostri abbracci, combattendo le lacrime, diremo arrivederci a persone che una volta erano solo nomi su un foglio di carta per ritornare da persone che abbracciammo,cacciando via le lacrime, prima che partire.
Lasceremo i nostri migliori amici per tornare dai nostri migliori amici.
Torneremo nel posto da cui veniamo, e torneremo a fare le stesse identiche cose che abbiamo fatto la scorsa estate ed ogni estate precedente.
Ritorneremo in quella citta'con quelle strade familiari, e anche se sono passati mesi, vi sembrera'che fosse solo ieri quando l'avete lasciata.
Appena camminerai nella tua vecchia stanza, tutte le emozioni ti assaliranno e rifletterai su come la tua vita sia cambiata e sulla persona che sei diventata.
Capirai improvvisamente come le cose che erano importanti per te l'anno prima non sembrano piu' cosi' importanti, e le cose a cui tieni adesso, nessuno a casa le capira' del tutto.
Chi chiamerai prima?
Cosa farai il primo weekend a casa con i tuoi amici?
Dove andrai a lavorare?
Chi sara' al party sabato sera?
Con chi a scuola continuerai ad avere rapporti?
Quanto tempo prima che inizierai effettivamente a sentire la mancanza delle persone scomparse irrompere senza chiamare o bussare?
Allora inizierai a capire quante cose siano cambiate, ti renderai conto che la parte piu'difficile dell'essere un exchange student e' bilanciare i due mondi completamente diversi in cui adesso vivi, cercherai disperatamente sempre di avere tutto e nello stesso tempo cercherai di capire cosa bisogna lasciarsi alle spalle.
Noi sappiamo il significato della vera amicizia.
Sappiamo chi abbiamo continuato a sentire durante lo scorso anno e chi e' rimasto caro nei nostri cuori.
Abbiamo lasciato i nostri mondi per affrontare il mondo reale.
I nostri cuori sono stati infranti, ci siamo innamorati,abbiamo aiutato i nostri migliori amici a superare i disturbi alimentari, la depressione, lo stress e la morte.
Abbiamo acceso le candele nella grotta e siamo stati svegli per tutta la notte solo per parlare al telefono con un amico nel momento del bisogno.
Ci sono stati momenti in cui ci siamo sentiti cosi' indifesi lontani da casa quando sapevamo che i nostri familiari o amici avevano piu' bisogno di noi, e ci sono stati momenti in cui sappiamo di aver fatto la differenza.
Solo poche settimane da adesso e andremo.
Solo poche settimane da adesso e dovremo togliere le fotografie dal muro, e impacchettare i nostri vestiti.
Lasceremo i nostri amici le quali le occasionali emails e telefonate ci faranno ridere o piangere questa estate, e speriamo, anche negli anni a venire.
Prenderemo i nostri ricordi ed i nostri sogni e li metteremo da parte per il momento, conservandoli per il nostro ritorno in questo mondo.
Solo poche settimane da adesso e arriveremo.
Solo poche settimane da adesso e dovremo disfare le nostre valigie e cenare con le nostre famiglie.
Guideremo fino a casa del nostro migliore amico e non faremo niente per ore.
Torneremo dagli stessi amici le quali le occasionali email o telefonate ci hanno fatto ridere o piangere durante l'anno.
Spacchetteremo i vecchi sogni ed i vecchi ricordi che avevamo messo da parte l'anno prima.
In poche settimane scaveremo nel profondo per trovare la forza e la convinzione di adeguarsi al cambiamento mantenendo tutti gli altri vicini.
In qualche modo, in qualche maniera, troveremo il nostro posto in questi due mondi.
In poche settimane.
Are you ready?"
Autore anonimo.

09 maggio 2012

Otto domande sulla Cultura Cinese: Scuola e Lingua.

Da quando sono in Cina vengo "bombardata" di domande, a cui rispondo sempre con immenso piacere. Le piu' frequenti ovviamente sono "come stai?" "come ti trovi?" "come e' la Cina?" e, dulcis in fundo: "quando torni???".
Ma qualche volta la curiosita' delle persone con cui parlo si spinge oltre e mi vengono fatte domande sui Cinesi e sulla loro cultura. Il mio genere preferito di domande.Il mio blog, lo spiegai tempo fa, nasce con l'intenzione di condividere con chi ne avesse voglia, la mia esperienza. E quando mi vengono fatte domande sulla cultura che sto conoscendo, vedo quell'interesse nella mia esperienza che mi riempie di gioia.
Ho allora avuto un'idea: mettere per iscritto le risposte alle domande che potevano interessarvi di piu', in maniera tale che chiunque ne avesse voglia potesse leggerle e rileggerle, conoscendo cosi', attraverso i miei occhi, la cultura con cui mi confronto ogni giorno da nove mesi.
Non sapendo molto bene cosa potrebbe incuriosire una persona che vede tutto cio' da fuori ho sfruttato la curiosita'di Mauro, che ringrazio nuovamente per il prezioso aiuto, e gli ho chiesto di farmi qualche domanda sulla Cultura Cinese.
Mauro mi ha fatto 8 domande, ma chiunque volesse farne altre puo'mandarmi una e-mail a chiara_terrasi@yahoo.it :), anche se penso che quelle di Mauro sono davvero le piu' complete.
Essendo domande che richiedono risposte piuttosto corpose, non le postero' tutte in questo post, ma preferisco dividerle in vari post, anche per rendere piu' "piacevole" la lettura.
Prima di passare alle domande, mi scuso immensamente per tutti questi apostrofi che al posto degli accenti, e tutti questi eccessivi spazi, ma sto scrivendo da una tastiera cinese di un computer cinese dove nessuno ha avuto la geniale idea di installargli l'inglese -.-.

1)Come è strutturata l'istruzione in Cina?(anni di studio obbligatori, suddivisioni per indirizzi, sistema universitario e qualità dell'insegnamento, pregi e difetti rispetto il sistema italiano)
Allora,prima di tutto e'importante dire che i Cinesi passano tutta la loro infanzia a studiare, spendendo mediamente 10 ore al giorno a scuola, in parecchi licei gli studenti dormono a scuola, ritornando a casa soltanto nel weekend.
Iniziano la scuola elementare a 6-7 anni ( l'asilo non e' scuola dell'obbligo),che frequentano per 5 anni, proprio come in Italia. Dopo la scuola elementare anche loro hanno la scuola media della durata di tre anni e poi il liceo dove sono soltanto tre anni contro i nostri 5. Questi quindi sono gli anni di studio obbligatori. Nel mio liceo,che diciamo e'quello tipico cinese i tre anni si dividono ulteriormente: al primo anno seguono tutti le stesse materie (Cinese, Matematica, Fisica, Chimica, Biologia, Storia, Geografia, Inglese, Ed.Fisica, Psicologia, Calligrafia, Informatica, Politica, Musica, Arte). All'inizio del secondo anno devono scegliere se fare "Umanistica" o "Scienza", ovvero seguire le stesse identiche materie del primo anno, ma per umanistica vengono diminuite le ore delle materie scientifiche ed aumentate quelle di cinese e storia, e per scienza vengono diminuite tolte le ore di storia, diminuite quelle di cinese, ed aumentate tutte le ore scientifiche.
Esistono pero'licei internazionali (dove si insegna in inglese), linguistici (dove insegnano piu'di una lingua straniera) e artistici ( dove insegnano arte, danza e musica). Questi licei, soprattutto gli artistici, non sono molto diffusi, quindi non so con certezza come sono strutturati.
Le attivita' extrascolastiche del mio liceo sono principalmente competizioni: di ballo, recitazione, canto e english speech, oltre ai vari tornei sportivi (nella mia scuola, al di la' delle olimpiadi di inizio anno, si svolgono solo partite di basket al livello di torneo, tutto il resto sono allenamenti individuali).
Per passare i vari anni bisogna solo andare a scuola, i vari voti ottenuti infatti non aiutano, servono solo ad essere ammessi all'universita'. Le varie ammissioni funzionano infatti a graduatorie e punteggi. Se nei tre anni delle scuole medie hai ottenuto ottimi voti nei vari esami, il tuo punteggio sara' alto e tu sarai alto in graduatoria e sara' quindi piu' facile essere ammessi al liceo piu' prestigioso della tua citta, cosi' come al liceo, se nei tre anni di liceo hai ottenuto ottimi voti, sarai alto in graduatoria, cosa che conta parecchio per i test di ammissione universitari. Qui essere basso in graduatoria all'interno della propria scuola e' una cosa parecchio umiliante sia per lo studente che per la sua famiglia. Senza una buona posizione in graduatoria ed un buon punteggio e' quasi impossibile venire ammessi alle universita' piu' prestigiose cinesi.
E' tutta una continua competizione, fatta di graduatorie e punteggi.
Il sistema universitario non e' molto diverso dal nostro, una sola grande differenza: tutti i corsi di laurea sono triennali. Anche qui funziona a esami, facolta' e frequenza.
La qualita' dell'insegnamento e'completamente soggettiva, cambia infatti di scuola in scuola, di universita' in universita'. Le scuole piu' prestigiose hanno i docenti piu' bravi e ammettono solo gli studenti piu' bravi: non importa da dove vieni, per andare nella scuola x devi avere un punteggio minimo, se no non vieni ammesso e devi cambiare scelta di liceo.
La mia scuola e' la migliore della mia citta' ed una tra le migliori del Guangdong. Di conseguenza la qualita' dell'insegnamento e' parecchio alta.
I pregi ed i difetti della scuola cinese sono facilmente elencabili, tra i pregi al primo posto metto l'utilizzo frequente di laboratori e l'uso delle lavagne elettroniche nelle varie ore di lezione. Il docente infatti non si limita ad usare un'immensa lavagna, a parlare oralmente, ma usa anche un computer ed un proiettore di cui e' dotata ogni classe, proiettando la lezione mentre la spiega. Cosi' e' molto piu' facile non distrarsi, non perdere il filo del discorso e capire anche se non si sente bene.
Un grandissimo difetto per me e' il metodo con cui viene insegnato l'inglese. Gli studenti cinesi infatti per imparare l'inglese devono ripetere un tot di parole ogni giorno a voce alta e imparano la grammatica attraverso esempi. Risultato? Le parole ripetute con poca voglia ogni mattina alle 7.30 non se le ricordano e per comporre frasi grammaticalmente corrette usano solo gli esempi che gli vengono dati, incapaci di applicare la stessa regola anche ad altri esempi.
Dal punto di vista metodo di studio per molte materie preferisco il metodo italiano, soprattutto per l'insegnamento delle lingue straniere. Ma devo dire che quello delle lavagne elettroniche e' un gran bel pregio.

2)Lingua ufficiale e dialetti
La lingua ufficiale della Repubblica Popolare Cinese e'il mandarino parlato bene o male in tutta la Cina. Alcune province pero' oltre al mandarino hanno un loro dialetto (i principali dialetti sono 7), mentre in alcune parti e'soltanto l'accento con cui parlano il mandarino, a cambiare.
Io abito nel Guangdong, a 4 ore da Hong Kong. Il capoluogo di provincia e' Guangzhou, conosciuta da noi occidentali come Canton. In questa provincia si parla infatti il Cantonese, una lingua completamente differente dal mandarino, che, a sentire i Cantonesi, e' ben piu' antica della lingua ufficiale. Il Cantonese e' ben piu' difficile del mandarino sia per pronuncia, che per scrittura e per intonazione. Per la scrittura infatti, il YueYu (nome cinese del dialetto cantonese), usa i caratteri tradizionali: piu' articolati di quelli semplificati del mandarino. Per l'intonazione invece il YueYu conta 10 toni, contro i 4-5 del mandarino.
Essendo il mandarino la lingua prescelta dal governo, tutte le cose ufficiali sono scritte e dette in mandarino. A scuola gli insegnanti insegnano in mandarino, ad esempio. Ma nei negozi, per la strada, in famiglia, viene usato il cantonese. E' possibilissimo trovare persone nel Guangdong che non sono capaci di parlare mandarino, in quanto appartenenti alla vecchia generazione, quando nelle scuole si insegnava in cantonese ( come per dire i vecchi a Palermo che parlano solo in Siciliano). Una cinese invece che non proviene dal Guangdong e che parla mandarino, non riesce completamente a capire il cantonese. Al contrario, una persona che e' capace di parlare soltanto in cantonese, bene o male riesce a capire qualcosa di mandarino. Credo che questo sia dovuto al fatto che, come molti cantonesi ritengono, buona parte del mandarino provenga dal cantonese.
Vi consiglio comunque di dare una letturina a wikipedia su "Lingua Cinese" e "Lingua Cantonese". I due argomenti vengono spiegati piuttosto bene.


04 maggio 2012

Paura di tornare o paura del cambiamento?

Oggi ho voglia di scrivere, e allora eccomi qui, alle 23.04 di venerdì sera a scrivere qui.
Me ne andrei volentieri a letto, ma ho dannato bisogno di parlare con mia mamma e devo aspettare le 19 italiane per farlo.
E' un periodo un pò di merda, e chi c'è passato lo sa bene. Vanno arrivando le comunicazioni sul ritorno, gli orari dei voli e le info sul "Party di Addio" ed io ho quell'angoscia dentro che mi sale. E le lacrime che scendono. In più c'è quel pacco enorme, dove ci entra mia sorella senza alcuna fatica, davanti la mia camera che mi guarda ogni volta che torno da scuola come a volermi dire "Guarda che il tempo è tiranno, sta volando, e tu non puoi riempirmi e spedirmi all'ultimo minuto". Ma la mia voglia di infilarci le cose dentro e spedirlo è inesistente. Sarebbe proprio la chiusura del capitolo, che cerco di rimandare per quanto sia possibile.
La gente, i miei amici iniziano a chiedermi "Ehi ma fra poco torni!! Sei felice?". Ecco questa domanda mi mette in grande disagio, e mi metto a cercare una risposta adatta, anche se risposta adatta non c'è. Credo di averlo ripetuto fino all'esaurimento di non vedere l'ora di riabbracciare mia mamma, mio papà e tutte quelle persone che per me contano davvero. Ma non ho per niente voglia di dover salutare le persone che da nove mesi fanno parte della mia vita.
In più ultimamente sto maturando quella consapevolezza di avere paura, di essere terrorizzata dall'idea di ritornare. No, non sono folle, ma più ci penso, più mi rendo conto che è così. E i motivi sono svariati.
Uno ad esempio, che però è davvero stupido, è che qui sono una persona nuova, conosciuta solo per quello che io ho voluto far conoscere di me, e sono stimata da quasi tutta la scuola. I miei compagni di scuola amano parlare con me, cercarmi e farmi domande, e non si stancano mai di ciò. Tutte attenzioni che una volta tornata, svaniranno nel nulla.
Lo so che può sembrare un discorso di un egocentrismo unico, ma ripeto, se lo si vive si capisce.
Un altro motivo è che da quando sono qui sono spettatrice del mio cambiamento, per quanto sia davvero felice del "risultato ottenuto", questo ha un grande contro: io sono cambiata, ma anche chi è rimasto in Italia è cambiato, siamo sicuri che riuscirò ad avere un contatto con loro? O, se loro sono sempre gli stessi, la nuova me, riuscirà ad "inserirsi"?
No, forse non sono riuscita a spiegarmi bene.. Ci provo in parole povere: ho il terrore che una volta ritornata o troverò tutto cambiato, un cambiamento di cui io non sono stata partecipe e quindi non ci sarà posto per me, o non sarà cambiato un cavolo, ma essendo cambiata io le cose "come erano prima" non mi staranno bene, certi comportamenti che sopportavo a malapena prima adesso mi daranno sui nervi.
Ecco cosa intendo quando dico ho paura di tornare.
Anche perché ho visto più gente andarsene in questi mesi che in tutta la mia vita.
Basta vedere la mia bacheca su facebook, tutte quelli che consideravo amici che fino a novembre scrivevano "Mi manchi, torna" e che adesso non sento appunto da novembre. Quella bacheca che viene riempita solo dalle frasi, la maggior parte citazioni di mia sorella, che io scrivo. Adesso, tranne quei "pochi ma buoni" amici che mi sono rimasti che si contano davvero sulle dita di una mano, o forse due dai, i messaggi di stima, di farmi forza, quel calore continua ad arrivarmi sì, ma da estranei.
Quelle persone che ad agosto mi dicevano " ti starò vicino-a, ti darò forza, ci sarò sempre per te" sono sparite nel nulla. Andandosene in silenzio. Loro forse pensano che io non me ne sia accorta, ma sono cambiata sì, ma la mia memoria è rimasta sempre bella viva.
Per quanto mi possa dare dispiacere era una cosa di cui ero sicura all'inizio.
Per quanto in quel famoso schema del baule e del frigorifero "le amicizie" le avessi messe nel baule per portarle con me, o sono rimaste nel frizer, o si sono sciolte a causa dell'inquinamento.
Era una cosa con cui avevo fatto i conti fin dall'inizio, e comunque sono sicura di poter continuare a contare su quelle persone su cui non ho mai dubitato.
Ma riesco a farlo da lontano, ritornarmi e ritrovarmi faccia a faccia con ciò non è una cosa che sono sicura riuscirò ad affrontare.
Ecco perché dico "paura di tornare".
Ma..ho affrontato nove mesi in Cina, da sola, senza la mia famiglia, ritrovandomi a cominciare una nuova vita da zero..cosa vuoi che sia ritornare e trovarsi faccia a faccia con la falsità di quelli che in un tempo passato ritenevi amici?
Ce la farò. E se non ci riuscirò, ci saranno quelle persone che non mi hanno mai abbandonata, che ci sono sempre state a sostenermi, ed il mio ritorno sarà solo per loro.
Non ho bisogno di fare nomi ne ringraziamenti. Non c'è davvero bisogno. Credo che ciascuno dei miei amici sappia o meno se mi riferisco a lui o no :).
E forse sono semplici paranoie che mi faccio, ma una cosa è certa: le cose sono cambiate.

24 aprile 2012

La terza guerra mondiale

"Chiara, abbiamo solo altri 5 sabati da passare insieme"
Una mia compagna, a dire il vero una delle mie migliori amiche, ha esordito così sabato scorso. E la frase mi è rimasta impressa fino ad adesso. So bene che mancano sette settimane al mio ritorno in Italia e che mi rimangono cinque settimane a Zhaoqing. Ma non le avevo mai viste dalla prospettiva "giornate in cui posso uscire che mi rimangono in Cina". Cinque sabati, cinque giorni, sono meno di una settimana. E non sono un caz**.
Vedo le cose cambiare e come dissi qualche post fa.. "vedo il cerchio chiudersi".
Il caldo come all'inizio, l'odore dell'aria condizionata appena entro nella stanza, quello stesso identico odore che aveva la stanza a casa della nonna appena arrivai. E la schizofrenia, la mia "amica" che mi fece compagnia i primi tempi, è tornata a trovarmi.
I primi tempi passavo dai momenti in cui urlavo al telefono a mia madre di lasciarmi tornare, ai momenti in cui ridevo e mi divertivo con mia sorella.
Adesso passo dai momenti in cui vivo la mia normale vita, quella che vivo ormai da otto mesi e a non volerla lasciare, ai momenti in cui sogno casa, in cui la nostalgia prende il sopravvento e comunico a mio padre quanti giorni mancano. Ieri, al telefono a mia madre ho detto: "Non vedo l'ora di tornare e riabbracciarti, Mamma". Ieri, in macchina con mia madre cinese ho detto: "Manca così poco ed io non voglio tornare".
Come la definite voi? Schizofrenia. Eppure non sono cose che posso raccontare a tutti, perché non tutti capirebbero. Insomma, non lo capisco nemmeno io il mio cuore! Come non capivo mio fratello quando, quando c'era lui in questa situazione, bella pimpante e felice gli comunicavo che mancava poco e lui mi guardava come per dire: "eh, e che vuoi?".
Al di là del voler tornare o del non volerlo fare io ho un momento impresso nella mente, un flash per meglio dire. Un momento che mi "perseguita" da quando sono arrivata qui, che ho sognato svariate notti e che ad ogni risveglio mi faceva e mi fa diventare una fontana: quando mi ritroverò tra le braccia di mio papà, di mia mamma e dei miei amici che continuano ad esserci.
Ma mentre prima c'era solo questo flash dentro di me, adesso c'è n'è un altro, che mi fa diventare una fontana nello stesso modo in cui fa il primo: il momento in cui dovrò salutare la mia nainai ( nonna), il mio yeye ( nonno), il mio baba (papà), la mia mama, la mia xiao meimei ( cuginetta), il mio xiao didi e tutta la mia splendida famiglia cinese.
E' come se dentro il mio cuore ci fosse una terza guerra mondiale tra i due momenti, tra i due flash. E questa guerra mi logora.
Ma non posso farci niente, è così che vanno le cose e anche questo vuol dire essere una exchange student.
Per evitare di assistere alla terza guerra mondiale che si svolge all'interno del mio cuore mi giro e guardo tutto quello che ormai è passato.
Tutto quello che questa esperienza mi ha regalato.
Il sorriso, che mancava da parecchio, e la voglia di studiare ( che credo fosse assente nella mia vita dalla terza media) in primis.
Una nuova lingua e il miglioramento di un'altra.
Dei nuovi amici, aver visitato nuovi posti, una cultura totalmente diversa e tante altre cose. Ma soprattutto una nuova famiglia.
Il 21 Aprile, il giorno dopo il mio compleanno, siamo andati a cena fuori con degli amici che non fanno molta simpatia a mio padre cinese. Il mio Baba avrebbe voluto volentieri essere fuori con i suoi amici come ogni sabato sera piuttosto che stare ad ascoltare una signora che lui non sopporta. Eppure era lì. Per me, perché quella cena era per festeggiare il mio compleanno. Poco importa se la tipa gli stava sulle balle. Era una serata importante per me e lui ha scelto di esserci.
Quella stessa sera, il mio baba mi ha detto: "Prima che tu vada via, dobbiamo farci fare una bella foto tutti insieme. Così la puoi portare in Italia e tenerla sempre con te. Adesso hai una seconda famiglia. Una famiglia cinese".
Il mio Baba non parla inglese, parla solo cinese ed io e lui abbiamo iniziato a comunicare da circa tre mesi capendoci alla perfezione. Prima mi dimostrava il suo affetto solo a gesti, proprio come la mia nainai ed il mio yeye.
Con quella frase io riuscì a trattenere le lacrime con fatica. E mia sorella lo capì, stringendomi la mano.
Io sono felice qui, e sono felice di sapere di avere due famiglie.
Una da cui tornerò dopo dieci mesi lontana, che mi ha regalato tutto ciò.
Ed una che "lascerà sempre aperta la porta di casa per me, dove potrò tornare a far visita ogni volta che vorrò e dove, se vorrò, potrò sempre trovare un aiuto per il mio futuro".
Quasi dimenticavo.. questa esperienza mi ha anche fatto capire quanto io ami la mia famiglia, quella che mi ha messo al mondo e guidata fino ad adesso, e quanto io sia capace di dare affetto anche a persone che mi conoscono da soltanto otto mesi.
Proprio come loro sono stati capaci di volermi bene e farmi sentire parte della loro famiglia.
Io mi chiamo Chiara Xing Zhi Terrasi Borghesan Chen. E sono felice di ciò.

16 aprile 2012

Progetti e Futuro.

In questo parlerò molto poco di Cina e molto tanto ( yeah! viva l'italiano!) di me e di quello che voglio fare domani, dopodomani, la prossima settimana, il prossimo mese ed il prossimo anno.

In questo momento faccio una puzza micidiale.
So che forse non ve ne fregava un fico secco, ma in questo momento faccio puzza e appena finirò di scrivere questo post mi andrò a infilare sotto ad una lunga e fredda doccia.
Il caldo è ricominciato, quel caldo umido che sembra soffocarti e il caldo e l'educazione fisica non vanno tanto d'accordo, mandando a fanculo la mia doccia mattutina.
Comunque non volevo parlarvi ne di caldo ne di puzza ne di educazione fisica ( ho preso 100 oggi grazie alle flessioni :D ) ma avevo voglia di scrivere un pò di cose.
Siamo quasi a metà mese e siamo ad Aprile, il mese che amo più di tutti: Primavera e compleanno mi mettono davvero di buon umore! Oggi però è il 16 e tra due giorni saranno esattamente 8 mesi che sono in Cina e ne mancheranno soltanto due al mio ritorno.
DUE MESI al mio ritorno? 8 Settimane.. Io non ci credo, nemmeno un pò! Io non riesco più ad immaginare come possa essere la mia vita senza quelle piccole cose che faccio giornalmente qui e che in Italia ovviamente non farò più, ed onestamente non so se sono pronta a un altro cambiamento perché sì, per quanto tutti possano pensare che si tratti semplicemente di ritornare "al come era prima" per me è solo un altro cambiamento, perché di "come era prima" troverò ben poco.
Poi però c'è quella parte, quella che mi fa diventare pazza e mi fa venire le lacrime, quella che mi fa pensare a tutto ciò che mi aspetta al mio rientro e quella parte dentro di me dice "WoW! Non vedo l'ora!" e allora è di questo che volevo realmente parlarvi, dei miei progetti e del mio futuro.
Partendo da questa settimana, venerdì sarà il mio compleanno, arriveranno i tanto attesi (eh?!) 17 ed io li festeggerò molto semplicemente: torta a scuola a mezzogiorno durante la pausa pranzo ( la torta ve la lascio come sorpresa, ma se viene come voglio io, sarà stupenda) e sabato fuori con i miei amici e di sera pizza.
Per il resto tanto studio: 1200 caratteri da studiare per il 20 Maggio, data dell'esame, quindi da oggi al 20 Maggio, al di là del mio compleanno e di quello di mia sorella, non ci sarà assolutamente niente se non 50 caratteri al giorno ;).
Dopo il 20 Maggio viene il bello, come dice Peppe ( l'altro ragazzo siciliano qui in Cina come me ( sì, siamo soltanto due siciliani in Cina)) dopo l'HSK c'è LA LIBERTA'! La mia "libertà" inizierà il 22 Maggio con Xi'An per la seconda Culture Trip con AFS China dal 22  quindi al 27 maggio sarò in questa stupenderrimma (dicono) città e andrò a conoscere i famosi guerrieri di terracotta. Il 18 Maggio poi, ben due giorni prima del test, mi ritroverò ad aver passato 9 mesi in Cina e lì inizierà il conto alla rovescia serio: meno un mese.
Nell'ultimo mese di questa fantastica avventura, secondo voi, potevo mai accontentarmi di andare solo a Xi'An?!? Assolutamente no. Dal 28 maggio al 2 giugno infatti sarò in quel di Shanghai :) e poi si ritorna a Zhaoqing a spendere gli ultimi 15 giorni con i miei compagni :). Voci dicono che il 17 Giugno ho l'aereo per Francoforte e poi da Francoforte per Roma.. Ma meglio non pensarci su questo, poi si vedrà, e poi sono sempre VOCI eh!
Cooomunque, una volta rientrata a Palermo, quando accadrà, oltre a dover dormire per due giorni di fila ( io non mi ricordo più cosa sia il JetLag) e oltre a rivedere quelle poche ma splendide personcine che mi sono rimaste ed incollarmi ad i miei genitori per non scollarmi più devo , e sì, sottolineo DEVO, godermi il mese che mi rimane con Hernan, il mio nuovo fratello Peruviano ;), tra un libro ed un altro vedrò di ricordarmi com'era la mia vita prima di quella cinese senza sabati sera...
I primi di luglio invece arriva quella piccola cosina che voglio da troppo tempo.. e che vi lascio, proprio come la torta, come sorpresa!
Il 17 Luglio, quindi tra mmm... 3 MESI *_* c'è Liga a Taormina ed io.. NON VEDO L'ORA!
A settembre ricomincerà la mia stupenda ( che io ricordi, ma si sa, si ricordano solo le cose belle) vita scolastica al Liceo Classico Umberto I e l'ultimo anno dove mi spaccherò letteralmente il sederino ( ricordate quella voglia di studiare che avevo trovato una volta arrivata in Cina? C'è ancora e non sembra volermi abbandonare PER FORTUNA!) preparando l'esame di maturità e preparando il test di ammissione.. Test di ammissione?!? Eh già! Fin da piccolina ho sempre detto di voler andare all'Università dopo il liceo e adesso finalmente, almeno che non mi facciano un lavaggio del cervello, sono decisa su cosa fare e dove andare: Bocconi ( no, non lo faccio per copiare mio fratello, fino a prova contraria c'ho messo piede prima io alla Bocconi ;) ) e dato che si possono mettere tre scelte le mie sarebbero: International Economics, Management and Finance in inglese, Economia per Arte, Cultura e Comunicazione e Economia e Management. 

Eccovi un riassunto molto riassuntato ( google mi segna questa parola in rosso, provavo a capire perché quando poi ho avuto un'illuminazione divina: questa parola fa parte dell'italiano sbagliato della mamma..eh vabbè!) del mio futuro! 

Probabilmente non ve ne fregava niente.. ma volevo mostrare anche un pò di me e non soltanto un pò di Cina ;).
E con questo riassunto sui progetti futuri mi sono sentita molto Liga con i suoi "Diari di bordo" e quindi vi saluto con un "Tenete sempre botta" alla Liga, và!
Bacioni, 
Chiara.


Ps. Ieri ho fatto una scoperta che mi ha fatto scendere qualche lacrimuccia.. 
io..
in Cina..
sono legalmente..
Chen Zhi Xing 陈芷星!
Che vuol dire ciò? Che all'interno della Cina ( e forse anche del resto del mondo LOL) posso firmarmi come Chen Zhi Xing oltre che Chiara Terrasi poichè all'ufficio cinese e ad una specie di "anagrafe" cinese sono c'è la mia bella faccina con la mia data di nascita, Palermo, Italia, la mia residenza cinese, il mio nome italiano ed accanto il mio nome cinese. Ergo, sei io firmo Chen Zhi Xing risalgono immediatamente al fatto che sono io ( anche se non credo di essere l'unica Chen Zhi Xing al mondo) ma comunque ristringerebbero il campo ** e la cosa mi ha reso estremamente felice! Adesso ho lo scopo di farmi rilasciare qualcosa che mi permetta di dimostrare ciò anche in Italia :D dato che per quello che ho in mente io nel mio futuro ( sto futuro è ovunque!) un nome cinese mi servirebbe...e se già ce l'ho e ci sono parecchio legata, ben venga!!


Pps: mi ero dimenticata di postarvi qui il video di Pechino :D.



09 aprile 2012

Diario di bordo: Pechino!


Scritto Giovedì 5 Marzo.
"Chiara abbiamo il tuo regalo di compleanno da parte nostra" " Oh grazie Mommy!! Cosa è?" " tu e Cath andate a Pechino" "oddioooo che meravigliaaaa!!! Che regalo stupendo!! Quandooo??" "mm domani!" 
O_O
Ed eccomi qui, seduta da due ore in aereo accanto alla mia meravigliosa sorellina con destinazione Pechino. Ancora non ci credo. Pechino, un sogno che si avvera, un regalo di compleanno favoloso, il nostro sogno che diventa realtà. E quattro giorni basteranno per fare tutto quello che ci passa da sole, nessun altro, solo io e lei. Dopo i miei vari viaggetti per la Cina diciamo che sono parecchio brava con l'organizzare il tempo ;) e con la mia sorellina sarà uno spasso! Certo, abbiamo avuto parecchi ostacoli, come i vari tipi all'aeroporto che ci mandavano da un punto all'altro dell'aeroporto, è bastato smetterla di parlare cinese e parlare inglese, usare la mia faccia da straniera che non aveva voglia di essere presa per il culo perchè la smettessero ;). 

Scritto Domenica 8 Marzo.
In tre giorni molto pieni dove ho girovagato per le strade di Pechino diciamo che ho avuto molto poco tempo per il diario di bordo ma è doveroso un riassunto.

Siamo arrivate alle 17.30 dopo un volo tremendo, turbolenze continue e l'aereo parecchio stretto mi dava sui nervi, mi è venuto anche un forte senso di nausea verso la fine, ma per fortuna una volta atterrate è passata. Ci è venute a prendere un'amica della mia host mom, una donna sulla quarantina che ama mostrare di avere i soldi e vorrebbe continuare a essere giovane, ma comunque deliziosamente disponibile. Ci hanno portate subito nel "Beijing farm", ovvero un'area di fattorie a nord di Pechino, fuori dalla città. Le fotografie scattate là sono tra le mie preferite, quel tramonto era capace di lasciarti senza parole. Rivedere i cavalli e quell'ambiente dove spendo sempre le mie vacanze in Italia mi ha fatta sentire a casa. La cena è stata deliziosa, forse uno dei migliori ristoranti dove abbia mai mangiato in Cina. La mia pancia era felice, il mio cuore pure e mi sono addormentata senza problemi in quel piccolo letto di hotel condiviso con la mia sorellina, faceva freddo la notte e dormendo insieme ci riscaldavamo di più ;).

Sveglia presto, Pechino ci aspetta e noi abbiamo poco tempo. La "zia" ci porta a fare colazione in un posticino vicino all'hotel dove avevamo dormito la notte prima. Colazione niente male ma è il dopo la parte migliore: Hard Rock Cafè di Pechino... In assoluto il più bello tra gli Hard Rock che ho visto finora. Come d'abitudine ho aggiunto una maglietta alla mia collezione.. Ma anche stavolta, come ad Hong Kong, ho scelto un modello maschile, quelle magliettine striminzite rosa con tutti quei ghirigori non fanno per me. Subito dopo quella cocciuta di mia sorella ci trascina nelle due strade dell'arte di Pechino, la prima senza nulla, di una noia mortale, la seconda carina..ma di certo non una delle maggiori attrazioni di Pechino. Ma mia sorella ogni tanto si dimentica che per me è tutto nuovo..e che se vado a Pechino voglio vedere ciò per cui Pechino è famosa, ma pazienza, tanto tornerò nella capitale..un giorno. Di sera ci spostiamo in un altro albergo un pò più centrale ed in completo stile cinese, vicino ad esso c'era una strada pedonale piena di negozietti: le mie strade preferite. Verso le 22 torniamo in albergo e ci addormentiamo come due sacchi di patate. 

La sveglia suona ma questa volta ci alziamo tutte e due belle pimpanti e sorridenti: oggi si gira per i cavoli nostri. Ed io ho due motivi in più per sorridere: oggi ci raggiunge Ada e si va a piazza tian an men! Finalmente!! 
Piazza Tian An Men era colma di persone provenienti da tutto il mondo ma lì in mezzo, proprio davanti al palazzo reale c'era un campo da basket.. Papino, mi segui sempre tu, eh! :P. 
Rivedere Ada è stato bellissimo, una faccia che mi conosce benissimo...aggiungiamo che poi è pure italiana e si può intendere la mia felicità. Aspettiamo tutte e tre insieme Riccardo, un amico di Ada venuto a visitare la Cina. Nel frattempo la dolce faccia di mia sorella diventa un broncio.. Anche lei come Paolino soffre di crisi ipoglicemiche :P, per fortuna c'è un McDonald ad ogni angolo a colmare queste crisi. Mia sorella però non ne vuole sapere di girare per Pechino, lei vuole andare all'Università del Film... Avendo le scatoline piene di giornate spese inutilmente ci dividiamo..così siamo felici tutte e due! :P. 
Ritorniamo all'hotel, Cathy va con la zia ed io, ada e riccardo ritorniamo nella via vicino l'Hotel dove ero stata la sera prima per pranzare. Spiedini di pollo tipicamente cinesi, il mio piatto preferito della cucina cinese, gelato ( non male) e poi il mio nuovo amore: i churros. 
Grazie al colpo di genio di Ada andiamo a vedere il famosissimo Bird's nest, lo stadio olimpico di Pechino che ha ospitato le ultime olimpiadi estive. Ritrovarmi lì a guardare quello stadio che architettonicamente parlando è qualcosa di sensazionale mi ha riportato indietro all'8/8/08 giorno di inizio delle olimpiadi non che 14esimo compleanno di mio fratello Ennio. Mentre giravo all'interno e guardavo quel campo pensavo a tutte le gare che si sono tenute lì e che ho visto alla tv con i miei fratelli, ad Usain Bolt e alla cerimonia di apertura e poi pensavo a quanto sarebbe stato bello essere lì con i miei fratelli e con mio Papà e allora ho scattato più foto possibili così avrei reso partecipi anche loro.
Usciti dal "Nido di Uccello" siamo andati a bere un caffè e mangiare qualcosina al McDonald del villaggio olimpico, accanto al Water Cube ( anche lui molto bello, ma entrarci era parecchio caro).  Guardandomi intorno ho visto una zona che si vedeva benissimo fosse quasi nuova di zecca, con anelli olimpici e la scritta "Beijing 2008" ovunque e circondata da hotel anche loro nuovi ed evidentemente costruiti per l'olimpiade. 
Il nuovo hotel per mia grande sorpresa era il "North Star Hui Yuan Apartments", un complesso di appartamenti veri e propri dedicati 4 anni fa ad ospitare gli atleti e lo staff delle olimpiadi. Chi lo sa, magari ho dormito nello stesso letto di Federica Pellegrini o Valentina Vezzali :P. E così la mia ultima giornata pechinese si conclude con un ottimo panino in un posto molto poco cinese dove "è sempre venerdì" ed un sonno un pò irrequieto dovuto alla partenza.

La sveglia di domenica mattina alle 5 è odiosa, ma l'aereo di certo non aspetta noi. Stavolta ci imbarchiamo senza problemi e senza corse, l'aereo era uno di quelli intercontinentali e quindi mi sono intrattenuta gustamdomi Spy Kids 4 ;). Nel frattempo mi sono ricordata che oggi è pasqua, la pasqua più non pasqua di sempre.. ( a Pechino da qualche parte era possibile trovare babbi natali e alberi di natale... Forse non hanno ben capito che è una resurrezione.. Non una nuova nascita).

Adesso sono in macchina verso casa, la prima cosa che farò appena ritornata sarà aprire il pacco che mi è arrivato dall'Italia.. E poi forse pubblicherò questo sul mio blog.. Quindi, Buona Pasqua a voi che l'avete ;) passate una serena giornata con i vostri parenti e domani, per pasquetta, non mangiate troppo e pensate a me, che sarò tra i banchi di scuola mentre voi gustate il capretto e la colomba.

Diario di bordo: Hong Kong (II)


Secondo giorno
La sveglia suona presto, Domenico deve andare a lavorare e noi abbiamo voglia di girare :P. andiamo diretti alla metro senza una meta, poi il colpo di genio di thomas: andiamo a mangiare pancakes per colazione a central (sull'isola abbastanza distante rispetto dove stavamo noi). Arriviamo ma non avevamo idea di dove fosse il posto... E quando è così l'unica cosa che puoi fare è trovare uno starbucks e derubare il loro wifi :D. 
Per la mia felicità il posto è vicino all'Hard Rock Cafè: due piccioni con una fava. Thomas ha mostrato l'americano che è in lui divorandosi 4 pancakes, 4 fette di pancarrè, una salsiccia e due uova. Io mi sono accontentata di un occhio di bue, una fettina di beacon ed una di pancarrè accompagnati da un bicchiere di latte.
L'Hard Rock Café è una meta fissa per me ogni volta che vado in una città dove c'è n'è uno, e quello di HK non è particolarmente caro abbigliamento parlando: alla mia collezione posso aggiungere la maglietta dell'Hard Rock di Hong Kong.
Giriamo un pò per le strade vicine al Lan Kwai Fong e poi ci spostiamo verso Tsim Tsa Tsui: Thomas deve farsi fare l'abito su misura.
Dopo aver scelto un tessuto blu, decente devo dire, e un modello che copia l'Armani di quest anno andiamo a Prince Edward per raggiungere Elo e Madda: destinazione shopping.
Lo shopping in Cina è sempre qualcosa di fantastico: amo tutti quei negozietti pieni di roba, quel genere di roba che trovi negli album di Facebook "cose che ti accorgerai di volere". 
Ci raggiunge anche Eli, stiamo un pò a parlottare tutti insieme: Io, Elodie, Madda, Elisa e Thomas e poi salutiamo Madda ed Elo e con Eli e Thomas andiamo a mangiare una pizza al "Paisano's" dove ci raggiunge anche Domenico. Per gli standard cinesi la pizza era buona, nulla a che vedere con il pane azzimo della sera prima. E si ritorna a casuccia.

Terzo giorno
Essendo sabato ci si sveglia con moooolta calma. Dopo aver fatto colazione prendiamo la metro e andiamo nuovamente sull'isola, ma stavolta a Causeway Bay, dove ha aperto Forever21, ma ricordate.. MAI ANDARE A FARE SHOPPING CON 3 RAGAZZI AL SEGUITO. ;)
Una toccata e fuga e andiamo al Ladies Market, un mercato famoso ad Hong Kong, un altro paradiso terrestre parlando di Shopping.
La pancia inizia a brontolare e dopo una difficile quanto avventurosa ricerca per le strade di Mong Kok troviamo il ristorante giapponese: mangi tutto il sushi che vuoi con 5 euro a persona *_*. Eli, Andrea ed Elo ci salutano ed io, Pier e Thomas ritorniamo a Tsim Tsa Tsui per l'ultima prova dell'abito di Thomas. Si avvicina la sera, si riunisce a noi Andrea, e da bravi ragazzuoli ci spostiamo sull'isola per goderci il nostro sabato, il primo dopo tanto tempo per me. Cena al café du coral e poi Lan Kwai Fong. Il Lan Kwai Fong è una delle vie più famose di Hong Kong nella vita mondana, piena di Pub e discoteche e soprattutto... Di occidentali vestiti in maniera bizzarra, lì è perennemente carnevale. 
Una bella serata, diversa, strana, i momenti di panico non sono mancati, ma comunque mi sono divertita.

Quarto giorno
L'ultima mattina ti svegli sempre con quella tristezza in volto della serie: divertimento finito, si torna a casa. Ma in parte ero ben felice di ritornare a Zhaoqing, sentivo un pò la nostalgia del mio letto e della mia amorevole famiglia cinese. Purtroppo dato che Thomas si era dimenticato di prenotare il pullman di ritorno, ci ritroviamo ad anticipare di tre ore la partenza, ergo ho solo il tempo per comprarmi del cibo italiano al supermercato ed andare. Cinque ore di viaggio, questa volta passate a dormire, ed eccomi nella mia amata Zhaoqing.
Casa dolce casa.

02 aprile 2012

Diario di bordo: Hong Kong

Viaggio di Andata
"Chiara, scendi, sono sotto". Conoscendomi perfettamente Thomas mi ha chiamato quando non era sotto, ma avendo impiegato i miei soliti dieci minuti a scendere, ciò ha fatto in modo che me lo ritrovassi davanti una volta girato l'angolo.
Il bus stavolta parte dall'OYC Hotel, il più lussuoso e prestigioso di Zhaoqing, con tanto di cascata nel parco antistante l'ingresso.
Il bus è piccolo e non è minimamente comodo come quello per Canton, ma la spalla di Thomas è parecchio comoda ;).
Iniziamo a parlottare su come il nostro rapporto sia stato parecchio "amore ed odio", adesso siamo nel periodo amore che dura da gennaio senza problemi. La nostra amicizia è al quanto "figa", stiamo condividendo un'esperienza che sta cambiando le nostre vite e una cosa così ti porta a instaurare un rapporto che vuoi o non vuoi dura per tutta la vita. "Sarà figo venirti a trovare in Italia, e quando tu verrai a New York potrai stare a casa mia senza problemi, anche se avrai 50 anni". Questa frase mi ha scaldato il cuore, seguita a ruota da un "e basta litigi, abbiamo visto che il nostro rapporto può anche essere stupendo senza problemi". D'altronde per quanto certe volte vorrei ucciderlo, devo a Thomas molto, come per esempio il fatto che capisco ormai tutto in inglese e riesco a parlarlo e a farmi capire senza problemi, prenoto biglietti per telefono, parlo con call center, cosa che di certo un anno fa mi sognavo di fare, inoltre grazie al suo parlarmi in cinese, mi è più facile impararlo.. E poi diciamocelo, senza di lui mi spettava andare ad Hong Kong da sola! Ecco, Thomas è un ottimo compagno di viaggio.
Comunque sono già due ore di pullman e a me sembrano pochi minuti.. Diciamo che davvero, quelle 24 ore di treno iniziali hanno completamente stravolta la mia ottica in fatto di viaggi ;). Adesso riesco a sopportare lunghe distanze senza problemi.
Ora però torno a far visita alla spalla di Thomas.
(N.B. questo pezzo è stato scritto nel giorno stesso, il resto saranno vari riassunti scritti sul momento).

Arrivo
Dopo la dogana, dove fortunatamente non hanno impiegato moltissimo a capire che quella bimba nella foto del passaporto, sono io, arriviamo ad Hong Kong.
Hong Kong è bella, se poi c'è il sole che splende in cielo senza farsi problemi, lì maestoso, tra quei palazzi che quasi lo sfiorano, è ancora più bella. Se poi vedi amici che non vedevi da un pò con cui scherzi e ridi senza problemi, hai raggiunto il top.
Come consuetudine pranzo da Burger King e cioccolata da starbucks mentre aspettiamo Madda, Elo ed Eli e girovaghiamo in uno dei centri commerciali di Hong Kong. Ci raggiunge Pier e andiamo al parco, ovvero un tetto ricoperto di erba sintetica ;). Ma non è il luogo che conta, bensì la compagnia.
Per cena io e Pier sperimentiamo un ristorante italiano che sembrava chiamarci, peccato che io in vita mia non abbia mai mangiato una pizza così brutta. Pane azimo con sopra formaggio, non so bene che tipo, e salsa.
Torniamo a casa di Domenico sfiniti, i miei piedi chiedono pietà. E così mi basta distendermi sul materassino-letto per crollare.

To be continued.

29 marzo 2012

Chiedimi se sono felice

Ieri su weibo ( twitter cinese) ho scritto uno stato: ”我很高兴“ "Sono felice".
Le mie amiche prontamente mi hanno chiesto "che succede? cosa ti rende felice?".
Ed io ho risposto semplicemente "niente. sono felice".
Devo riconoscere che questa mia felicità dura da un pò, ma ieri mi sono fermata e mi sono detta "Sono felice".
Se si vuole cercare un motivo lo si può trovare senza problemi, primo tra tutti il fatto che non ho una crisi da gennaio. A ruota seguono i biglietti per il concerto di Taormina presi due giorni fa, Liga un mese dopo che torno? Qualcosa di fantastico.
Poi devo dire che tutto qui va come deve andare, passo le mie giornate a combattere con 1200 caratteri cinesi preparando l'esame del 20 Maggio, aspetto con ansia il dopo di questo esame. E dulcis in fundo il mio "imminente" compleanno. Il primo in Cina, il primo senza Paolo che spegne le candeline con me. Sarà senza ombra di dubbio un compleanno diverso. E poi Hong Kong ed i quattro giorni appena trascorsi lì ( a breve il diario di bordo). Quella città mi lascia sempre senza fiato e secondo me ha ragione la mia mamma cinese: Hong Kong farà parte del mio futuro.
Ecco perché sono felice, ma poi soprattutto sono felice perché non trovo un motivo per non esserlo. Guardo il tempo scorrere lentamente, il countdown è iniziato e siamo a meno ottanta, la mia voglia di tornare è tanta, è la mia voglia di partire che diminuisce.
Ma nella mia mente c'è un pensiero che sovrasta tutti: l'abbraccio di mamma e papà.
In questi mesi lontana, in questi giorni che a me sembrano pochi ma che se li si contano, uno ad uno, pochi non sono, soprattutto a sedici anni, mi sono resa conto di quanto
quanto il mio amore nei confronti dei miei genitori sia più grande di quanto io immaginassi. Quel 17 Agosto mi lasciarono andare, cercando ( senza riuscirci, ovviamente) di trattenere le lacrime per trasmettermi la forza di cui avevo bisogno. Dopo sedici anni si sono messi da parte e mi hanno lasciato intraprendere la mia strada, da sola, ma rimanendomi sempre a fianco qualora io avessi avuto bisogno di loro.
La mia stima per i miei genitori è aumentata enormemente.
In questi sette mesi qui ho focalizzato bene il mio futuro, ho scelto le strade da prendere ed adesso sto lavorando per raggiungere i miei obiettivi. Ma c'è da aggiungere una cosa, se dovessi diventare mamma nel mio futuro, voglio essere come mia mamma.
E al momento mi godo il pensiero di quell'abbraccio e mi godo i miei ultimi mesetti qui, con tutte le mille avventure che ancora mi aspettano.
Tanto quell'abbraccio arriverà, e non me lo toglierà nessuno.

20 marzo 2012

Il mio amico Joe

Oggi ho deciso di raccontarvi una storia, la storia di una persona, e spero che ciò faccia riflettere un pò tutti. Premetto inoltre che per privacy non rivelerò l'identità di questa persona, anche perché è una persona a cui tengo molto e non gradisco che essa venga giudicata.
Ecco perché comunque i nomi sono tutti di fantasia. Ma assicuro che la storia è vera.
"Joe" è un uomo di quaranta e passa anni, sposato e con una figlia. Un ottimo lavoro che gli permette di soddisfare ogni suo capriccio e di comunque portare avanti una famiglia. Joe proviene da una famiglia numerosa e di contadini e quindi non molto benestante, ma riuscì comunque a lavorare sodo ed ad ottenere un bell'incarico. Sposò inoltre una donna proveniente da una famiglia piuttosto benestante, nonostante tutti pensassero che fosse una vicenda soltanto di "soldi" il loro era vero amore. Da questa unione nacque una bambina. Joe è l'esatto opposto della moglie, lui ama divertirsi, uscire con gli amici e vivere una vita "sfrenata", la moglie invece, anche lei grande lavoratrice, concentra tutte le sue forze sul lavoro. Joe ha un pessimo vizio: beve. Beve tantissimo, esce quasi ogni sera per divertirsi con gli amici e torna sempre ubriaco. La moglie spesso è via per lavoro e quindi Joe si ritira a casa trovando raramente la figlia, molto impegnata nello studio.
Una sera Joe tornò a casa ubriaco e cadde a terra, inciampando perché non si reggeva in piedi. La figlia era a casa con un'amica di famiglia, l'amica di famiglia chiese allora cosa avesse intenzione di fare alla figlia e la figlia rispose: "Che rimanga lì a terra, è da quando avevo 2 anni che lo aiuto a rialzarsi. Non ce la faccio più.". Il giorno dopo Joe non riusciva a guardare in faccia sua figlia per la vergogna. Ma due giorni dopo tornò comunque a casa ubriaco.

Detto ciò lascio a voi ogni riflessione, io spero che ricordiate che l'alcool crea dipendenza e che come il fumo, è difficile smettere. Spero che nessuno di voi abbia intenzione di diventare un'alcoolista, perché lo so che è una parola che molti ritengono esagerata, ma è di questo che stiamo parlando. Non bisogna essere obbligatoriamente dei barboni senza casa per essere alcoolisti, anzi, puoi anche essere molto benestante, con un ottimo lavoro ed una bella famiglia per esserlo. E spero soprattutto che nessuno di voi abbia intenzione di prendersi qualche seria malattia mortale o di subire l'umiliazione in futuro di guardare la propria figlia- il proprio figlio il giorno dopo una sbornia che vi guarda con vergogna perché la sera prima siete cascati a terra come un sacco di patate perché totalmente ubriachi.
Con questo non voglio farvi la morale, ma bevete responsabilmente. Non basta dire "ok, stasera non guido però mi ubriaco". L'alcool ha delle conseguenze a lungo termine.

17 marzo 2012

Crederci, ecco cosa fare.

Mi gira per la testa una frase da stamattina: "non posso crederci".
Più che da stamattina, me lo ripeto da un pò.. Non posso crederci che siano già passati 7 mesi, non posso crederci che manca così poco al ritorno e soprattutto non posso credere di essere in Cina. Perché? Perché è il mio sogno che si realizza, e per quanto io ci sia dentro, ed anche da parecchio direi, continuo a non crederci. Mi sembra così dannatamente surreale. 
La mia vita è cambiata quel 17 Agosto 2011 ed io sono qui, a guardare i cambiamenti scorrermi davanti, come se fossi non consciente di tutto ciò, come se fossi una semplice spettatrice mentre invece sono l'artefice. Chi mi conosce sa che la mia vita è sempre stata abbastanza complicata e c'è un periodo della mia vita che non ricordo con un sorriso, anzi. Ma sono la prima ad ammettere che in quel periodo io sono cresciuta davvero tanto. Sono però felice di dire che non è ne rimorsi, ne rimpianti. Adesso sembra stia accadendo la stessa cosa, sto crescendo ancora e sto guardando la mia vita cambiare, o meglio, la sto cambiando. Ma continuo a non crederci. Non so se capite cosa intendo.. Io mi sveglio ogni giorno in un letto che è due volte il letto a cui sono sempre stata abituata, vado a scuola e mi siedo in quel banchetto in mezzo ad altri 55 studenti, le uniche lingue che parlo giornalmente sono inglese e cinese, cinese ed inglese. Niente italiano. E lo faccio da all'incirca 210 giorni. E questo mi sa di strano completamente strano, ma la cosa più strana è che io ci stia riuscendo. E non riesco a crederci. 
Io non sono mai stata una persona molto sicura di se, anzi, ho sempre avuto un'autostima piuttosto bassa e questo non è un mistero. Ho sempre dato troppa importanza a ciò che la gente pensava e mi diceva apertamente in faccia. "sei brutta" "oddio guarda, miss porro sul naso" e via dicendo. Fin da piccola ho sempre subito giudizi, uno dietro l'altro, sul mio modo di vestire, sul mio modo di parlare ed infine su quel neo che mi fece il grande regalo di spuntarmi proprio sulla punta del naso e crescere, crescere, crescere. Per un periodo ho pure pensato che il mio odio per esso e il suo crescere fossero direttamente proporzionali. Tutti veniamo giudicati si sa, e tutti soprattutto nell'adolescenza subiamo le varie critiche della-o sbruffona-e di turno, ma c'è chi è forte abbastanza e se ne frega e chi invece ci rimane e si butta giù. Io sono, o meglio ero, il secondo tipo di persona. E questa è la cosa a cui non riesco a credere maggiormente: io, adesso, del giudizio della gente me ne strafotto. E la mia autostima ne ha giovato immensamente, soprattutto da quando mi misi in testa che per stare bene con se stesse e per apparire belle bisognava sentirsi tali. La gente vede solo quello che tu vuoi mostrare. Io sono incredula a tutto ciò perché non avrei mai pensato di farcela e ce la sto facendo. Mi sono messa in gioco, ho deciso di prendere in mano la mia vita e di renderla come io volevo: una vita dove io sono felice di essere ciò che sono e di avere delle soddisfazioni per cui ho lavorato. Ci ho messo un pò, lo ammetto, ma meglio tardi che mai, no?. 
La cosa che più mi intriga di tutto ciò è che questo è solo l'inizio. 
Ho solo sedici anni ed ho un mondo davanti che si è semplicemente appena aperto e dal mio punto di vista, nel migliore dei modi. Ho sedici anni, parlo italiano, inglese, cinese mandarino e un pizzico di cantonese. Ho dei progetti per il mio futuro, ho realizzato il mio grande sogno. Ho già lasciato casa ed ho vissuto all'estero. Ho conosciuto un'altra cultura ed aperto i miei orizzonti. Sono cambiata, sono cresciuta e sono fiera di ciò. E soprattutto, credo finalmente in me stessa, in quelle che sono le mie possibilità e capacità. E credo proprio che dovrei iniziarmene a fare una ragione e smetterla di pensare che prima o poi tutto ciò finirà, non è obbligatorio, perché come dice la mia host mom "Questa è casa tua e tu sarai sempre la benvenuta" e come dice mia mamma "sai cosa vuoi dal futuro, devi solo lavorare per ottenerlo". D'altronde, siamo noi gli artefici del nostro passato, del nostro presente e del nostro futuro. 
Finirà il mio anno da exchange student, ma la mia vita da cinese continuerà e la mia vita nel "mondo degli adulti" è solo leggermente agli inizi.
Ho una vita che mi aspetta, e sono finalmente abbastanza forte per farcela.
Ed è grazie alla mia famiglia, e ai miei amici, quei pochi ma buoni, che hanno creduto in me, quando io non ci credevo poi tanto, se oggi sono qui, a festeggiare il mio settimo mese in Cina.

14 marzo 2012

Ricordi che tornano

Mentre sono a letto con il collo bloccato e parte della schiena dolorante (non chiedetemi perché, non ne ho idea) mi è venuta voglia di scrivere.
Il gelo persiste, ma tanto a questo tempo che non fa altro che prendermi per i fondelli, sono abituata. Piove di continuo ormai da un mese e mia sorella è da fine gennaio che mi ripete: "nooo non lo comprare il cappello! Sta arrivando la primavera".
Ultimamente ho un "flash" continuo: il primo risveglio a Zhaoqing. Non credo di averlo mai raccontato, e allora, ricordandomelo come se fosse avvenuto ieri, e non sette mesi fa, ho deciso di scriverlo qui.
Mi svegliai intorno alle otto e mezza, appena aprii gli occhi mi sentii come spaesata, cercavo con tutta me stessa di non scoppiare a piangere come avevo fatto per tutto il pomeriggio precedente, ma ovviamente non ci riuscì. Nel buio, perché non sapevo come accendere la luce, prima di alzarmi, cercai muovendo le mie braccia in quel futon immenso la mia scimmietta peluche, trovarla fu un grande sollievo, ma non servì a fermare le lacrime. Afferrai il cellulare e iniziai ad odiare quel maledetto fuso-orario ( cosa che dopo sette mesi continuo ad odiare), era troppo presto per chiamare mamma. Non sapevo che fare, non avevo voglia di uscire da quella stanza ed andare da mia sorella e mia nonna. Non volevo che mi vedessero piangere e soprattutto non riuscivo a parlare, mi bloccavo e non sapevo cosa dire, se fossi uscita cosa avrei potuto fare? Quella casa non mi piaceva, non la sentivo mia, ricordo che fu un enorme sollievo venire a sapere che anche mia sorella odiava quella casa ( casa di nonna lontano da tutto). Me ne stetti lì seduta su quel letto, con il pc tra le mani, a sfogliare foto e giocare a the sims. Arrivò il momento del pranzo dove non mangiai nulla, oltre a non riuscire a parlare, non riuscivo nemmeno a mangiare. Aspettai che finirono di mangiare loro e sempre trattenendo le lacrime me ne ritornai in camera. Mi sentivo vuota, spaesata, sola e soprattutto avevo una fottuta paura. Nessuno in quella città da poter chiamare con cui potermi sfogare, Thomas infatti lo incontrai dopo due settimane che eravamo arrivati. I miei primi giorni furono un inferno e chiamai anche mia madre supplicandola di lasciarmi tornare a casa. Poi la richiamai dicendole che avevo deciso: se entro l'uno settembre non starò meglio, io il tre settembre sarò a Palermo.
Forse era destino, o forse decisi che non potevo buttare un'opportunità così: non sarebbe mai tornata indietro. Comunque le cose iniziarono davvero a migliorare, trasferirci a casa nuova, conoscere la mia stanza e riempirla delle mie cose mi permise di sentirmi realmente a casa, iniziare ad andare a scuola e ad avere le mie abitudini mi permise di iniziare a vivere serenamente questa avventura che era iniziata nel modo opposto. Scoprì di essere determinata e decisi di mettermi alla prova, ma non canto ancora vittoria, ci sono ancora tre mesi. Che a me sembrano pochissimi. Ma ci sono.
Una cosa comunque è sicura, se non ci fosse stata mia sorella, a starmi accanto anche quando non volevo parlare, né mangiare, quando ero una specie di vegetale scorbutico e asociale, mia sorella che mi conosceva da soltanto un giorno, il tre settembre mi sarei davvero ritrovata in Italia.
E adesso mi ritrovo a voler tornare indietro e a rifare tutto da capo, senza cambiare una virgola.
MaledettoBenedetto tempo che vola.

11 marzo 2012

Aggiornamenti e altro..!

Mentre scrivo sono avvolta tra le coperte, con la pompa di calore accesa e nonostante questo...sto morendo di freddo! Ieri, io e la mia dolce sorellina, con altri due amici, siamo andati a visitare il parco intorno alle più grandi e famose montagne di Zhaoqing. Dato il freddo micidiale, la scalata della montagna sudando, arrivare in vetta morenti dal caldo, spogliarsi e morire di freddo, ci siamo entrambe beccate la febbre! Che culo eh! Che poi fosse una semplice febbricciola.. No! E' una febbre bassa con dolori muscolari paurosi! CHE ODIO. Ma almeno la giornata di ieri è stata davvero bella! Mi sono divertita tanto! E come mi ripete un mio amico "manca poco e quindi enjoy this days!".
Manca poco si, perché ormai siamo in doppia cifra e non più tripla, come dice il mio Babbino.
Io in questi giorni sto studiando per l'HSK che dovrebbe essere i primi di Aprile, o comunque metà Aprile. In più ho deciso di iniziare a lavorare ad un progetto chiedendo l'aiuto di Cathleen: un video-mini film che tratti la mia vita quotidiana in Cina, o comunque un altro modo per mostrarvi la mia parte di Cina vista dai miei occhi.
Il "progetto" che avevo iniziato dei post a tema sulla cultura cinese non si è fermato, solo che essendoci state alcune critiche, ero un pò titubante.. Ma ho deciso che le critiche e l'invidia non devono importarmi. Se avessi ascoltato tutte quelle critiche e tutte quelle persone invidiose prima di partire.. Non sarei mai arrivata in Cina!
Io attraverso il MIO blog che contiene LA MIA esperienza nella MIA parte di Cina racconto quello che IO vivo e quello che IO vedo. La Cina è talmente vasta che può benissimo cambiare, non ho mai avuto la presunzione di dire che è ovunque così e che sia per tutti così. Sono la prima ad ammettere di essere capitata in una famiglia favolosa che io non considero più "host family" e per questo ci vuole molta fortuna. Ma diciamo che compensa il fatto che mi ritrovo in città con soltanto un altro AFSer con cui comunico in inglese e non ho nessuno con cui comunicare in italiano. Inoltre credo molto al detto "Ognuno ha quel che si merita", evidentemente dopo essermi disperata per l'essere finita in città "da sola" ho avuto la "fortuna" di avere una famiglia ospitante che io amo. Bisogna anche aggiungere che tutto dipende da come ci si comporta, se avessi adottato anche io il comportamento da "non me ne frega nulla dei cinesi e della loro cultura, a scuola non ci vado più" a quest ora sarei nei panni del mio concittadino che l'intera scuola disprezza.
Io ho fatto le mie scelte, ed ho scelto di raccontare ciò che vivo e vedo attraverso il mio blog, blog sul quale ho lavorato, lavoro e lavorerò molto in quanto mi rende molto orgogliosa. C'è chi apprezza e mi ammira-stima e questo mi rende strafelice, c'è chi mi invidia e mi critica e questo confesso che un pò di fastidio mi da, ma l'invidia e la critica sono due cose che sempre esisteranno.
Per finire, dato che come ho detto prima, manca poco al ritorno in patria, non potevo permettermi di lasciare la Cina senza visitare nuovamente Hong Kong e Shanghai ;). Hong Kong questo mese e Shanghai più avanti. Ho intenzione di realizzare anche per queste due città un diario di bordo con un video di foto e di riprese fatte da me medesima di queste due spettacolari metropoli.
Vi lascio ricordando che oggi è l'11 Marzo 2012, un anno fa il Giappone veniva messo in ginocchio da un tremendo tsunami. Morirono migliaia e migliaia di persone e intere cittadine vennero rase al suolo. Invece di criticare, vediamo di essere felici per quello che abbiamo.
Un abbraccio,
Chiara.


ps. queste sono alcune delle foto che ho scattato ieri, e sono una panoramica del distretto di Duanzhou di Zhaoqing, dove vivo :)

02 marzo 2012

I miei ricordi, il mio mondo.

Questa mattina mi sono svegliata pensando al mio armadio, quell'immenso armadio che non ricordo più cosa contenga. Credo proprio che appena torno toglierò molte cose.
Ho pensato pure al cassettino della mia scrivania, quello dove metto tutte le cose importanti.. Ricordo di averlo riempito di qualcosa prima di partire, ma non ricordo cosa, può essere il libretto del motore? Ah, e ho pensato anche al mio motore, a quanto mi manca quello scassone inquina mondo, ma credo che dopo un anno in Cina, tra lo smog, o mi aumenteranno i sensi di colpa nel guidarlo, o non mi renderò conto che sto inquinando in quanto non ci sia paragone con l'inquinamento di qui.
Ho pensato a tutto quello che ho lasciato e che non ritroverò.
Prima di partire per rassicurarmi, dicevo a me stessa "tornerai e troverai tutto come prima". Che cazzat*, che enorme cazzat*. Anche la cosa più strana, più materiale, come la mia stanza sarà cambiata.
Ma non la stanza in se, cioè si, secondo me anche quella dato che Ennio il ladro si sarà infilato e avrà approfittato ( come ho fatto io mentre lui era in Uruguay, d'altronde), ma il mio modo di vederla. Quella maglietta che reputavo la mia preferita...adesso non mi ricordo nemmeno più quale fosse. Quel post-it con quella frase speciale, che c'era scritto?
Credo che questa esperienza ti insegni anche questo: il valore delle cose. Forse non tutto è assolutamente indispensabile come pensavamo..
Poi però mi sono messa a pensare che sono curiosa, ho voglia di tornare in quella stanza e toccare ogni oggetto al suo interno, ascoltare la storia che ha da raccontarmi e permettergli di risvegliare tutti i ricordi.
Ecco perché sono felice di avere pochi oggetti veramente miei in questa mia stanza cinese, perché tutti verranno con me, tutti continueranno a ricordarmi qualcosa anche lì, in Italia, a Palermo, tra quelle quattro mura che ho sempre reputato "il mio mondo".
Ma un dubbio mi affligge, avranno lo stesso identico valore anche fuori dal loro habitat? 
Non lo so. Ma forse devo dare tempo al tempo e smetterla.
La mia curiosità può aspettare. La mia stanza è lì, non si muove. E i suoi oggetti che io sembro aver dimenticato sono lì, ad aspettarmi e aiutarmi a ricordare.
Due però li ricordo bene.. Alice, il mio cavallino peluche, sdraiata sul mio letto e i vostri volti, miei angeli custodi, appesi al muro.
E sono sicura che la mia piccola stanzina, il mio piccolo mondo, non vede l'ora di condividere il suo piccolo spazio con i miei nuovi ricordi.

Questo video mi piace sempre di più <3

01 marzo 2012

Circolo Vizioso

...E poi guardi il tempo passare,
guardi quell'agenda e vedi quel -108 lì, a fissarti, come se ti stesse dicendo:
"Annacati ca manca poco".
Torni indietro e vedi quel -245, scritto quando non vedevi l'ora di tornare.
E adesso vivi combattendo con te stessa, con quei momenti, come adesso, dove vorresti solo che questi 108 giorni volassero in un giorno solo, perché ti manca tutto, perché pensi a quella gioia infinita scaturita da quegli abbracci tanto attesi.
E quei momenti dove invece guardi la tua host-family e pensi tra te e te:
Che vadano al diavolo questi 108 giorni.
Io non torno. Non voglio tornare. Voglio stare qui.
Momenti che si alternano, che ti portano alla follia e alle lacrime, alla schizofrenia tipica dei primi giorni che con l'abituarsi a questa nuova vita, era svanita.
Ma ritorna, come un circolo vizioso.
Felicità,Lacrime,saluti,partenza,arrivo,lacrime,felicità,saluti,partenza,arrivo,lacrime.
un circolo vizioso, o un modo più carino per chiamare la vita di un exchange student.

Per fortuna ci sono tutti i guadagni, tutte le esperienze, tutto l'amore e l'affetto trovato a colmare questa schizofrenia mista a dolore. 
Per fortuna ci saranno valanghe di abbracci..
Ahh.. Quanto mi manca un abbraccio.

29 febbraio 2012

Cultura Cinese: Lo sapevi che?

Quando decisi di mettere Cina tra le mie scelte uno dei motivi fu che della Cina in generale le persone sanno poco e niente. Vivono di quei quattro preconcetti che le portano ad essere convinti di conoscerla alla perfezione. Una grande dimostrazione furono tutte quelle facce sconcertate quando rispondevo che la sarei andata in Cina "Tra i musi gialli!?!?!? D:" "Con i comunisti??? O_O" "Ma i cinesi l'hanno tutti piccolo! Non troverai mai un fidanzato!!!" "I Cinesi sono sporchi!" "Oddio! Ma sono tutti uguali!! Come farai?". E via dicendo, devo dire che quella delle parti intime era la più quotata, ma nessuno si è messo a pensare che io non ho scelto Cina per trovare un marito, ma per conoscere una cultura COMPLETAMENTE diversa dalla nostra. Quando dici Cina, inizi ad elencare luoghi comuni, poco importa che siano veri o meno, "tu" conosci la Cina!
Ma, quante cose che la gente non sa!
Intanto, sfato due miti.
I cinesi non sono per niente tutti gialli. Anzi, molti hanno una carnagione come la mia di inverno.
I cinesi non sono per niente tutti uguali, o meglio, amano le stesse acconciature e quindi i capelli lo sono, ma giuro che le facce sono diverse, e parecchio. Solo che sono così tanti che ti dimenticherai di aver già visto quella persona prima.
Per quanto riguarda gli altri "luoghi comuni".. Beh, hanno un concetto di pulizia della propria persona e delle cose in generale parecchio diverso, che varia da famiglia a famiglia. La mia famiglia per esempio ama la pulizia, ma ho amici che sono stati in case sommerse dalla polvere. E' una cosa parecchio soggettiva che non si può estendere a tutti i cinesi. Sulle parti intime non so dirvi, gli spogliatoi sono divisi e i cinesi hanno parecchio pudore. 
Ma ci sono parecchie cose che la gente non sa e che rendono questa popolazione ancora più diversa ed ai miei occhi ancora più bella.
Lo sapevi che?:
Quando ti devono dare qualcosa, qualsiasi cosa, te la porgono con due mani, in segno di rispetto.
Se ricevi un regalo-buste con soldi non puoi aprirlo di fronte a colui che te l'ha dato, è profonda maleducazione e mancanza di rispetto. Devi resistere alla curiosità che ti sta mangiando e aprirlo a casa.
Bevono acqua calda. Non importa la stagione. Bevono acqua calda. SEMPRE.
Usano appellativi come "sorella" "fratello" "zia" "zio" per chiamare persone più grandi di loro, anche sconosciuti, come le commesse, le cameriere, il portiere, l'autista e via dicendo. Altra forma di rispetto verso gli altri.
Non ti dicono mai "NO", ma "preferirei di no" "gradirei che tu non lo facessi" o alle volte girano intorno alla risposta da darti per farti capire che non gradiscono.
Non si baciano in pubblico. MAI. In 6 mesi qui non ho ancora visto due cinesi baciarsi, non parlo solo di baci lunghi e appassionati, ma anche di innocenti baci a stampo. E' già tanto vedere due mano nella mano.
Hanno rimedi naturali per tutto, anche se non sempre funzionano..

Adesso, dato che è mattina e devo andare a scuola, scriverò tanti altri un'altra volta.
;)

26 febbraio 2012

Partenza o ritorno?

Sono appena tornata da una cena con mia mamma, mia sorella, i miei cugini e la loro bambina che dovrebbe essere mia nipote, ma io chiamo cuginetta :P. Vederla ogni volta mi fa pensare ancora di più al tempo che scorre perchè la vedo crescere giorno per giorno.
Non dimenticherò mai la prima volta che la vidi, quando mia cugina ( sua mamma) voleva farle fare una foto con "la sorellona straniera" e me la mise in braccio...Ma non ci fu verso, iniziò a piangere e fu impossibile fare la foto. Adesso, sei mesi dopo, mi cerca di continuo, chiede a tutti di me e quando mi vede mi regala un sorriso enorme ed inizia a corrermi incontro chiamandomi "jieeeejieeeeeee!!", spalanca le sue braccine perchè vuole essere presa in braccio e sta ore tra le mie braccia a ripetere quello che le dico. Le ho visto fare i primi passi e adesso corre, buffo vero? I bambini che crescono sono il primo segno del tempo che passa.
Io ho sempre amato i bambini e le cene di famiglia, e passare le cene di famiglia a giocare con la mia cuginetta parlandole un pò in mandarino un pò in inglese è qualcosa di fantastico. La mia intera famiglia cinese si fida ciecamente di me, così tanto che me l'affida senza problemi.
Ma quando guardo la mia piccola cuginetta sorridermi mi si riempie il cuore di felicità e una piccola parte di tristezza. Lasciarla, tra tre mesi, sarà impossibile. E se ci penso piango adesso.
Come sarà impossibile lasciare la mia NaiNai ( nonna) che parlando solo cantonese comunica pochissimo con me ma conosce alla perfezione tutti i cibi che mi piacciono e fa di tutto per farmeli avere. Poco importa se sono complicati da cucinare e c'è poco tempo e i miei cugini hanno fame, la mia nainai li obbliga ad aspettare perchè deve finire di cucinare le mie frittelle preferite, tutto questo sempre a mia insaputa. Vogliamo parlare del mio Jiejie (nonno)? Non dimenticherò mai e poi mai quando, non avendo macchina, si fece a piedi da casa sua a casa mia (30 minuti di strada) perchè sapeva che ero a casa da sola e voleva portarmi il pranzo cucinato da NaiNai, o anche quelle piccole cose che fa sempre per me. La mia intera famiglia cinese mi tratta come parte della famiglia e questo è, non so come spiegarlo, non so come dire cosa si prova, ma è qualcosa che ti segna, ti cambia. Nessuno li obbliga, nessuno li ha pagati. Loro lo fanno con amore e affetto perchè non importa se non parlo la loro lingua, se i miei occhi non sono a mandorla, se la mia pelle è di un altro colore, io per loro sono Chen Zhi Xing, una delle loro nipoti. E tutto ciò è inspiegabile. Io ho ricevuto dopo sedici anni di lunga attesa una sorella. Certo, i litigi con lei non mancano, ma è talmente bello fare pace e abbracciarsi che possono pure starci. Lei che mi è stata vicina fin dal primo giorno. Avete idea di quanto sia pesante e snervante tradurre a qualcuno qualcosa? Lei lo faceva e continua a farlo quando ne ho bisogno, sempre! Insieme a lei ho ricevuto una famiglia, una immensa famiglia cinese che mi ha accolta senza pensarci un attimo.
Ho una famiglia che mi ama in Italia, questo è certo, e mi manca immensamente. Ma averne due che ti amano non è favoloso? Se poi ci aggiungi che finalmente ho anche una sorella è il top. Io non voglio, mi rifiuto, di pensare alla mia partenza. Penso invece con un sorriso al mio ritorno, e al riabbracciare tutti coloro che ho lasciato a Palermo. Anche se il ritorno è una conseguenza della partenza.. Ma preferisco vedere davvero solo il ritorno e non la partenza, quella fa troppo male ed ho deciso di affrontarla solo quando verrà il momento. Godermi tutto, fin quando c'è.

P.s. Credo proprio che a breve inizierò a scrivere una "rubrica" su questo blog, sulla cultura di tutti i giorni dei cinesi.. Penso che dopo 6 mesi e mezzo qui possa permettermi di farlo :P.. E magari potrà interessare a qualcuno, oppure la userò come ricordo al mio ritorno.
Pps. Sto pensando anche di continuare a tenere il blog al ritorno, perchè sono sicura che avrò bisogno di scrivere sul mio "riadattamento" alla vita italiana e su come affronterò la nostalgia della mia vita cinese e della mia splendida famiglia cinese.

Grazie ancora Intercultura e grazie AFS China, nonostante molte volte tu mi crei dei problemi, mi hai dato una host family che non è una host family ma MOLTO ma MOLTO di più, e per questo devo dirti grazie.
Grazie alla mia Mamma che mi ha spinta a scegliere Cina, che mi ha supportato dall'inizio e continua a farlo. E a Papà, che nonostante per lui sia stata dura lasciar andare la sua piccola stella viaggiante, l'ha fatto perchè mi ama.
Grazie a Paolo, perchè mi ha ringraziata sul suo blog ahahahah, no, grazie perchè mi ha insegnato, insieme ad Ennio, cosa voglia dire condividere qualcosa con qualcuno.
Grazie ad Ennio, che mi ha insegnato con gli anni ad essere un'ottima sorella maggiore per la mia Muimui.
Grazie ai miei amici, quei pochi che continuano ad esserci, perchè continuano ad esserci.
E grazie a tutti coloro che leggono questo blog facendomi dei complimenti bellissimi. Grazie!


23 febbraio 2012

Passato, presente e futuro.

Aspettavo mia sorella nella hall del dormitorio quando, fissando quel calendario appeso al muro, uno di quelli che cambi tu i giorni, mi sono accorta che oggi è il 23 febbraio.
E allora, come se una navicella mi prendesse e mi portasse in giro nel mio passato, mi sono messa a pensare e pensare e ripensare.
Il primo pensiero, ovviamente, è stato il solito "Il tempo sta volando! è già finito febbraio!", ma mi annoio da sola a continuare a parlare di quanto questo cacchio di tempo stia volando troppo velocemente, tanto, per quanto ci provi, non riesco a far capire a pieno cosa voglia dire vedere il tempo volare così.
Il mio secondo pensiero è stato scatenato da quel "23" affisso al muro. Ventitre, ventitre.. Quanto "odio" questo numero. Era il 23 Aprile quando da bambina innocente vedevo il mio angelo volare in cielo e salutarlo per sempre, e se ci penso, una lacrima scende ancora, anche dopo parecchi anni; era il 23 giugno quando il mio primo grande amore iniziava; era il 23 ottobre quando ebbi quell'incidente che mi cambiò radicalmente. Non so voi, ma da piccolina avevo un numero preferito, il 5 (2+3).. Va bene, io generalmente non credo a questo genere di cose, ma credo sia un pò "ipocrita" forse dire che per me il 23 non ha nessun effetto. E non lo so, ma guardare quel 23 lì, che sembrava fissarmi, mi ha fatto pensare a tutto ciò e al famoso "Cosa sarebbe accaduto se non.."? Dove sarei adesso se non avessi messo Cina?.

Lo so che molti dicono che guardare al passato può solo farti male, ma io dopo anni in cui il mio passato era soltanto una grande ferita, adesso riesco a guardarlo sorridendo. Quella grande ferita sembra essersi riemarginata e allora mi piace guardarci dentro, voltarmi e guardare cosa ho passato per arrivare fino a dove sono adesso, cosa ho imparato e cosa ho sbagliato. Tutti quei dolori sembrano così lontani e quei momenti felici così vicini. Lo stare qui, il vivere in Cina non so perchè mi fa uno strano effetto. Se una giornata inizia con il piede storto, se mia sorella le ha girate e non mi rivolge la parola, io invece di mollare e dire "Bah, ho capito, oggi va di merda", anche se magari sono le 23.45 dico "Facciamo qualcosa di speciale per rendere anche oggi una bella giornata", e allora vado da mia sorella, la abbraccio forte e scopro che le ha girate solo perchè quella stronz* della sua amica le ha fatto un torto. In Italia no, mi era molto più facile lasciare perdere e rimandare a domani, "domani andrà meglio". Ma perchè deve andare meglio soltanto domani?? Non posso fare qualcosa per rendere migliore anche oggi?? Sì che posso! E allora vado, mi butto a capofitto. Sarà che in sedici anni di vita ho rimandato così tanto che mi sono rotta, sarà che ho dato troppo spazio alla depressione quando potevo benissimo prendere ed essere felice, sarà che se qui mi faccio prendere dalla depressione non ci guadagno niente, solo l'aver buttato un giorno chiusa in stanza a piangere. O, sarà semplicemente che la Cina mi ha cambiato per davvero e mi permette di voltarmi e non piangere più. Mi permette di ricordarti con un sorriso, sperando che mi guardi e sei orgogliosa di me, come io lo sono, nonna.
E allora se un anno fa odiavo ogni 23 di ogni santissimo mese, oggi amo oggi, e domani amerò domani perchè sarò ancora qui, in questa Cina che mi fa stare bene.
In una intervista per il sito della scuola mi hanno chiesto: "Cosa provi stando qui?"
"Stando qui sto bene", ma starò bene anche quando tornerò a Palermo, quando mi volterò e vedrò tutto quello che la Cina mi ha insegnato e regalato. Cina, non ti sarò mai grata abbastanza.