04 maggio 2012

Paura di tornare o paura del cambiamento?

Oggi ho voglia di scrivere, e allora eccomi qui, alle 23.04 di venerdì sera a scrivere qui.
Me ne andrei volentieri a letto, ma ho dannato bisogno di parlare con mia mamma e devo aspettare le 19 italiane per farlo.
E' un periodo un pò di merda, e chi c'è passato lo sa bene. Vanno arrivando le comunicazioni sul ritorno, gli orari dei voli e le info sul "Party di Addio" ed io ho quell'angoscia dentro che mi sale. E le lacrime che scendono. In più c'è quel pacco enorme, dove ci entra mia sorella senza alcuna fatica, davanti la mia camera che mi guarda ogni volta che torno da scuola come a volermi dire "Guarda che il tempo è tiranno, sta volando, e tu non puoi riempirmi e spedirmi all'ultimo minuto". Ma la mia voglia di infilarci le cose dentro e spedirlo è inesistente. Sarebbe proprio la chiusura del capitolo, che cerco di rimandare per quanto sia possibile.
La gente, i miei amici iniziano a chiedermi "Ehi ma fra poco torni!! Sei felice?". Ecco questa domanda mi mette in grande disagio, e mi metto a cercare una risposta adatta, anche se risposta adatta non c'è. Credo di averlo ripetuto fino all'esaurimento di non vedere l'ora di riabbracciare mia mamma, mio papà e tutte quelle persone che per me contano davvero. Ma non ho per niente voglia di dover salutare le persone che da nove mesi fanno parte della mia vita.
In più ultimamente sto maturando quella consapevolezza di avere paura, di essere terrorizzata dall'idea di ritornare. No, non sono folle, ma più ci penso, più mi rendo conto che è così. E i motivi sono svariati.
Uno ad esempio, che però è davvero stupido, è che qui sono una persona nuova, conosciuta solo per quello che io ho voluto far conoscere di me, e sono stimata da quasi tutta la scuola. I miei compagni di scuola amano parlare con me, cercarmi e farmi domande, e non si stancano mai di ciò. Tutte attenzioni che una volta tornata, svaniranno nel nulla.
Lo so che può sembrare un discorso di un egocentrismo unico, ma ripeto, se lo si vive si capisce.
Un altro motivo è che da quando sono qui sono spettatrice del mio cambiamento, per quanto sia davvero felice del "risultato ottenuto", questo ha un grande contro: io sono cambiata, ma anche chi è rimasto in Italia è cambiato, siamo sicuri che riuscirò ad avere un contatto con loro? O, se loro sono sempre gli stessi, la nuova me, riuscirà ad "inserirsi"?
No, forse non sono riuscita a spiegarmi bene.. Ci provo in parole povere: ho il terrore che una volta ritornata o troverò tutto cambiato, un cambiamento di cui io non sono stata partecipe e quindi non ci sarà posto per me, o non sarà cambiato un cavolo, ma essendo cambiata io le cose "come erano prima" non mi staranno bene, certi comportamenti che sopportavo a malapena prima adesso mi daranno sui nervi.
Ecco cosa intendo quando dico ho paura di tornare.
Anche perché ho visto più gente andarsene in questi mesi che in tutta la mia vita.
Basta vedere la mia bacheca su facebook, tutte quelli che consideravo amici che fino a novembre scrivevano "Mi manchi, torna" e che adesso non sento appunto da novembre. Quella bacheca che viene riempita solo dalle frasi, la maggior parte citazioni di mia sorella, che io scrivo. Adesso, tranne quei "pochi ma buoni" amici che mi sono rimasti che si contano davvero sulle dita di una mano, o forse due dai, i messaggi di stima, di farmi forza, quel calore continua ad arrivarmi sì, ma da estranei.
Quelle persone che ad agosto mi dicevano " ti starò vicino-a, ti darò forza, ci sarò sempre per te" sono sparite nel nulla. Andandosene in silenzio. Loro forse pensano che io non me ne sia accorta, ma sono cambiata sì, ma la mia memoria è rimasta sempre bella viva.
Per quanto mi possa dare dispiacere era una cosa di cui ero sicura all'inizio.
Per quanto in quel famoso schema del baule e del frigorifero "le amicizie" le avessi messe nel baule per portarle con me, o sono rimaste nel frizer, o si sono sciolte a causa dell'inquinamento.
Era una cosa con cui avevo fatto i conti fin dall'inizio, e comunque sono sicura di poter continuare a contare su quelle persone su cui non ho mai dubitato.
Ma riesco a farlo da lontano, ritornarmi e ritrovarmi faccia a faccia con ciò non è una cosa che sono sicura riuscirò ad affrontare.
Ecco perché dico "paura di tornare".
Ma..ho affrontato nove mesi in Cina, da sola, senza la mia famiglia, ritrovandomi a cominciare una nuova vita da zero..cosa vuoi che sia ritornare e trovarsi faccia a faccia con la falsità di quelli che in un tempo passato ritenevi amici?
Ce la farò. E se non ci riuscirò, ci saranno quelle persone che non mi hanno mai abbandonata, che ci sono sempre state a sostenermi, ed il mio ritorno sarà solo per loro.
Non ho bisogno di fare nomi ne ringraziamenti. Non c'è davvero bisogno. Credo che ciascuno dei miei amici sappia o meno se mi riferisco a lui o no :).
E forse sono semplici paranoie che mi faccio, ma una cosa è certa: le cose sono cambiate.

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