23 febbraio 2012

Passato, presente e futuro.

Aspettavo mia sorella nella hall del dormitorio quando, fissando quel calendario appeso al muro, uno di quelli che cambi tu i giorni, mi sono accorta che oggi è il 23 febbraio.
E allora, come se una navicella mi prendesse e mi portasse in giro nel mio passato, mi sono messa a pensare e pensare e ripensare.
Il primo pensiero, ovviamente, è stato il solito "Il tempo sta volando! è già finito febbraio!", ma mi annoio da sola a continuare a parlare di quanto questo cacchio di tempo stia volando troppo velocemente, tanto, per quanto ci provi, non riesco a far capire a pieno cosa voglia dire vedere il tempo volare così.
Il mio secondo pensiero è stato scatenato da quel "23" affisso al muro. Ventitre, ventitre.. Quanto "odio" questo numero. Era il 23 Aprile quando da bambina innocente vedevo il mio angelo volare in cielo e salutarlo per sempre, e se ci penso, una lacrima scende ancora, anche dopo parecchi anni; era il 23 giugno quando il mio primo grande amore iniziava; era il 23 ottobre quando ebbi quell'incidente che mi cambiò radicalmente. Non so voi, ma da piccolina avevo un numero preferito, il 5 (2+3).. Va bene, io generalmente non credo a questo genere di cose, ma credo sia un pò "ipocrita" forse dire che per me il 23 non ha nessun effetto. E non lo so, ma guardare quel 23 lì, che sembrava fissarmi, mi ha fatto pensare a tutto ciò e al famoso "Cosa sarebbe accaduto se non.."? Dove sarei adesso se non avessi messo Cina?.

Lo so che molti dicono che guardare al passato può solo farti male, ma io dopo anni in cui il mio passato era soltanto una grande ferita, adesso riesco a guardarlo sorridendo. Quella grande ferita sembra essersi riemarginata e allora mi piace guardarci dentro, voltarmi e guardare cosa ho passato per arrivare fino a dove sono adesso, cosa ho imparato e cosa ho sbagliato. Tutti quei dolori sembrano così lontani e quei momenti felici così vicini. Lo stare qui, il vivere in Cina non so perchè mi fa uno strano effetto. Se una giornata inizia con il piede storto, se mia sorella le ha girate e non mi rivolge la parola, io invece di mollare e dire "Bah, ho capito, oggi va di merda", anche se magari sono le 23.45 dico "Facciamo qualcosa di speciale per rendere anche oggi una bella giornata", e allora vado da mia sorella, la abbraccio forte e scopro che le ha girate solo perchè quella stronz* della sua amica le ha fatto un torto. In Italia no, mi era molto più facile lasciare perdere e rimandare a domani, "domani andrà meglio". Ma perchè deve andare meglio soltanto domani?? Non posso fare qualcosa per rendere migliore anche oggi?? Sì che posso! E allora vado, mi butto a capofitto. Sarà che in sedici anni di vita ho rimandato così tanto che mi sono rotta, sarà che ho dato troppo spazio alla depressione quando potevo benissimo prendere ed essere felice, sarà che se qui mi faccio prendere dalla depressione non ci guadagno niente, solo l'aver buttato un giorno chiusa in stanza a piangere. O, sarà semplicemente che la Cina mi ha cambiato per davvero e mi permette di voltarmi e non piangere più. Mi permette di ricordarti con un sorriso, sperando che mi guardi e sei orgogliosa di me, come io lo sono, nonna.
E allora se un anno fa odiavo ogni 23 di ogni santissimo mese, oggi amo oggi, e domani amerò domani perchè sarò ancora qui, in questa Cina che mi fa stare bene.
In una intervista per il sito della scuola mi hanno chiesto: "Cosa provi stando qui?"
"Stando qui sto bene", ma starò bene anche quando tornerò a Palermo, quando mi volterò e vedrò tutto quello che la Cina mi ha insegnato e regalato. Cina, non ti sarò mai grata abbastanza.

2 commenti:

  1. Bellissimo come sempre! Credo che queste esperienze ti insegnino davvero ad apprezzare di più ciò che hai e a non rimandare niente al domani ma a vivere l'attimo!

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    1. Grazie Francesca :D Si vede proprio che sei una exchange anche tu perchè capisci immediatamente cosa io voglia dire! Un abbraccio!

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