03 novembre 2011

Il ricordo è un poco di eternità. cit.Antonio Porchia

Sapevo benissimo che ne sarebbe arrivata un'altra, come sapevo anche, ormai, come affrontarla e ieri ho avuto la seconda grande crisi da quando ho lasciato casa...per scatenarla mi è bastato vedere la mia stanza in webcam. La mia stanza con le mie cose, il mio casco sul puff, il mio stereo, la mia scrivania, il mio armadio...il miliardo di fotografie che tapezzano quelle quattro pareti e che raccontano la mia vita. Non avrei mai immaginato di poter sentire la mancanza della mia camera, degli oggetti contenuti in essa...andiamo sono solo oggetti! E invece no, quelle quattro mura sono state la mia tana per sedici anni, è stato il mio "mondo" fin dalla mia infanzia, tutto quello che essa contiene è un pezzo della mia vita, un semplice oggetto che stimola un ricordo...il biglietto del concerto di Liga, la scritta "Chiara" nella parete fatta da mia mamma, il poster dei Rio disegnato da me e autografato da Fabio Mora e Marco Ligabue quella volta in cui io e Chia abbiamo supplicato Ennio di accompagnarci al centro Olimpo per farlo autografare, la corona del burger king di quella volta in cui io e Dà, una settimana dopo l'apertura siamo andati a provarlo ( Cristo quanto mi manchi Burger King!)..e potrei continuare all'infinito, per infinite pagine, perchè la mia camera è come se fosse il forziere che contiene tutto ciò che mi ha accompagnato nella mia crescita ed io l'ho lasciata... Non avevo mai visto prima la mia camera come il mio nido, non avevo mai considerato tutti gli oggetti che essa contiene così importanti, ero abituata a darli per scontati. Ma adesso hanno un valore: sono parte del mio nido ed io sono lontana.
Allora capisco che Intercultura vuol dire anche questo: imparare che gli oggetti sono cose materiali, che i veri ricordi li porti nel cuore e che crescere vuol dire anche saper fare a meno degli oggetti, non aggrapparsi ad essi, ma a se stessi. Certo, l'idea di non poter scegliere tra le miriadi di magliettine che ho nel mio armadio, ma dover scegliere sempre tra le solite 6 mi mette tristezza, l'idea di non avere tutti i miei cd, tutti i miei libri, i miei gioielli, i miei trucchi e via dicendo, sempre a disposizione, mi infastidisce..Ma portarseli qui sarebbe stato impossibile..tanto alla fine, quello che ritengo davvero importante è qui con me. E poi sette mesi e qualche giorno ed io tornerò dalla mia camera, dalle mie cose...mentre tutto questo non lo vivrò più, tutta questa esperienza è adesso, e il tempo vola, non mi posso permettere di perderlo nell'essere triste, non tornerà più indietro. La cosa bella degli oggetti è che loro, almeno loro, possono aspettare, non cambiano, al massimo si impolverano.. Ma sarà un piacere rispolverarli al ritorno, mi terrà impegnata nel non sentire la mancanza di quello che lascerò qui.

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