17 gennaio 2012

Ci sono dentro e non esco più. Ce la faccio e non ho voglia di mollare.

Prima di andare a dormire, ieri, ho iniziato a pensare ad una cosa, avevo voglia di scriverla subito, qui sul blog o da qualsiasi parte, ma la mia pigrizia ed il mio sonno hanno avuto la meglio e allora sono caduta tra le braccia dei miei sogni, sicura che questa mattina avrei ricordato tutto. Bene, questa mattina mi sono svegliata e ho iniziato a pensare a cosa diavolo pensavo ieri sera, perchè, ovviamente, non ricordavo un bel niente ( sempre per rimanere fini). Mi sono maledetta di non essermi appuntata da qualche parte il mio pensiero filosofico ed ho iniziato a spremere le mie meningi per circa 2 ore fino ad arrivare al mio brillante pensiero.
Ieri sera pensavo ad una frase di mio padre, una risposta che mi diede quando gli dissi che volevo lasciare il basket ormai tre anni fa: "Si fai pure, tanto non porti mai niente a conclusione, lasci tutto a metà". Ora, essendo passati tre annetti non ricordo le esatte parole, ma il concetto sono sicura al 110% fosse quello. Mio padre, come mia madre, per quanto durante i litigi lo slogan " Tu non mi conosci!! Non sai un caz** di me!!" sia il mio preferito, mi conoscono dannatamente bene e quella frase, quell'affermazione era assolutamente vera. Io non porto mai niente a conclusione, l'80% delle cose che faccio viene lasciato a metà. Dal rassettare la stanza alla pagina del libro di scuola che devo ripetere domani. Rimando sempre, per quanto io mi sforzi, rimando e rimando e poi mi riduco sempre all'ultimo minuto. Avendo un cul* micidiale, quando proprio non posso mollare le cose in tredici, riesco sempre per il rotto della cuffia all'ultimo minuto, e quando non riesco ( grazie al mio cul il 10% delle volte) ho sempre un'altra possibilità.
Quell'affermazione mi ha fatto pensare a quanto le cose stiano, anche se lentamente, cambiando da questo punto di vista. Come mai? Beh, sono in Cina da 5 mesi, sono in Cina e non ho ancora mollato a metà. Potevo tornare a casa e lasciare tutto a metà, come mio solito, ma non l'ho ancora fatto, e detto tra di noi, non ho attualmente la minima voglia di farlo. Mancano "ancora" 5 mesi, "ancora" ventuno settimane, pensare che qualche settimana fa ne mancavano quarantatre mi fa venire i brividi, ed è presto per dirlo, ma sembra proprio che questa esperienza si prepari ad essere una delle prime prove compiute di Chiara Terrasi Borghesan. E tutto ciò mi da un senso di appagamento e soddisfazione. Sono sicura di averlo già detto ma ho quella sicurezza e quella voglia di farcela che prima mancava, quella voglia di ritornare solo e soltanto tra 5 mesi, prendere i libri, incollare il mio popò sulla sedia e continuare a studiare, passare gli esami, arrivare alla maturità, passare la maturità e poi..poi fare di tutto perchè il mio più grande sogno diventi realtà. Milano. Milano e ancora Milano.
Fare tutto così, con sicurezza e volontà, senza lasciare più niente a metà.. Perchè le cose a metà o comunque mollare in generale, puoi permettertelo da piccola, crescere forse significa anche smetterla di affidarsi al signor ultimo minuto o al proprio fondoschiena.
E allora è arrivato il mio momento,
o come dice Liga, devo cantare la mia canzone.
E non mollare mai più, non rimandare, non lasciare le cose a metà, ma rimboccarmi le maniche e farcela, perchè a quanto pare, come dimostrano questi cinque mesi, sono capace di farlo, non era incapacità..ma mancanza di volontà. E quella adesso c'è.

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