16 ottobre 2011

Abito con le mie abitudine ovunque nel mondo.

Le vere abitudini sono davvero le ultime a morire..Perchè, solo io potevo afferrare il telefono di casa e rispondere con un: "Pronto?".. E sentirmi ovviamente rispondere: "Wei???Chira?? Ni de mama?".. Della serie," ma che stai a dì? Che vuol dire pronto?? Passami Mamma che è meglio". Pronto è una delle tre parole italiane che mia sorella Cathleen conosce, le altre due sono: Ciao e Ti Amo, la sentiva i primi giorni quando rispondevo al cellulare, e rideva a crepapelle per quella RRRRRR.. Che provava tanto a copiare, senza successo. Il mio armadio viveva con un'anta aperta..Pensate che le cose qui siano cambiate? No, continua a vivere con un'anta aperta..ma stavolta non è colpa mia! è un'armadio scorrevole..l'anta si apre da sola! Non credo che debba tutto cambiare obbligatoriamente..forse è giusto cambiare solo le cattive abitudini, ma queste innocue mi ricordano giornalmente che sono ancora io, la solita Chiara. Il mangiare i cereali al mattino, invece dei noudles, mi fa sentire a casa. I primi giorni mi rendevo conto di quanto piccole cose, cambiassero la mia giornata, facendomi sentire a mio agio. Piccole cose, insignificanti magari agli occhi di Cathleen, come mettere l'acqua in frigo per averla fredda. Ma chi vive un'esperienza così capisce che per stare bene, avere quelle piccole cose, è praticamente essenziale. Sono venuta in Cina per cambiare la mia vita, è vero, per renderla migliore..ma credo che farlo di botto, cambiando letteralmente tutto, senza tenere niente, sarebbe davvero sbagliato, traumatico e contro producente.
Qui è già una vita diversa, poi alcune cose che magari sono le stesse anche in Italia, io le guardo in maniera diversa, non chiedetemi perchè, forse sarà perchè i miei occhi si stanno trasformando a mandorla.. Ma se oltre ai tanti cambiamenti, avessi eliminato anche tutte le abitudini, non riuscirei ad alzarmi dal letto la mattina.
Stamattina mentre salivo sul bus pensavo davvero a come il mio modo di guardare il tutto si trasformi giornalmente, a Palermo non avrei mai sorriso vedendo un bambino che mi arrivava si e no al ginocchio, salire sul bus e pagare il biglietto a pezzi di 1 jiao ( ce ne vogliono 20, ovvero 2 yuan). Vedere tutto in maniera diversa mi ha anche, come dire, spinto a rendermi conto che non tutto è dovuto e niente è scontato. Un giorno potresti avere qualcosa, il giorno dopo averla già persa. Un giorno potresti sorridere a qualcuno, qualche mese dopo venire a sapere che quel qualcuno non c'è più. E allora questo mi spinge, ogni mio santissimo giorno qui a sorridere a tutti, non mi interessa se mi prendono per pazza ( tanto lo fanno comunque, tutto quello che faccio per loro è diverso), ma almeno avrò colto l'attimo e sorriso, perchè anche se magari per te un giorno di cacca, non puoi sapere mai se magari anche chi hai davanti sta vivendo un giorno di cacca, e il tuo sorriso può trasformarglielo. E questa spero sia una di quelle abitudini che mi trascinerò anche una volta tornata a casa.
Chiara.
Ps. Mamma, prometto che appena torno non darò più per scontato che ci sia acqua fredda in frigo e che farò di tutto perchè ci sia sempre..ora so che vuol dire.

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